Gli antropologi vi diranno che i cerchi delle fate sono, a seconda di dove li troviate, il risultato dei balli delle fate o dei sabba delle streghe.
Una delle leggende più affascinanti proviene dal Tirolo. Qui si credeva che i cerchi delle fate fossero la traccia lasciata delle code infuocate dei draghi volanti. Secondo la tradizione, una volta che un drago aveva tracciato un cerchio con la sua coda ardente, niente poteva crescere in quel luogo per sette anni, a eccezione dei funghi velenosi.
Entrare in un cerchio di funghi è rischioso. Si potrebbe finire in un altro mondo, dove il tempo scorre a una velocità diversa da quella a cui siamo abituati. Si rischia anche di offendere qualcuno dei ballerini, pestandogli i piedi se non si conoscono bene i passi delle danze. Quindi, in generale, è meglio pensarci due volte prima di entrare in un cerchio di funghi.
Queste leggende sono legate all’uso sciamanico di alcuni funghi, diffuso in Europa fin dalla preistoria. Mangiare i funghi provocava visioni e allucinazioni. Chi viveva questo genere di esperienze, al risveglio raccontava di essere stato in un altro mondo.
I cerchi di funghi
Se, invece, chiedete a un naturalista, scoprirete che i cerchi delle fate sono formazioni naturali di funghi che si allargano da un punto centrale e fanno spuntare i corpi fruttiferi al margine. Questa strategia serve a far cadere le spore il più lontano possibile dal terreno già abitato dal micelio.
Consumo di Azoto
I funghi presenti nei cerchi delle fate sono organismi saprofiti, il che significa che ricavano i nutrienti necessari dalla decomposizione della materia organica nel suolo. L’azoto è un elemento chiave in questo processo, essendo un componente delle proteine, degli acidi nucleici e di altre molecole biologiche. I funghi assorbono l’azoto dal suolo, utilizzandolo per sostenere la loro crescita ed espansione. Questo processo può influenzare la vegetazione circostante, poiché l’assorbimento di grandi quantità di azoto può ridurre la disponibilità di questo nutriente essenziale per le piante. L’erba cresce stentata e ha un colorito pallido nei punti in cui i funghi hanno tolto l’azoto dal terreno. Questo effetto si vede bene nella stagione arida.
Rilascio di Gibberelline
Un altro aspetto affascinante della biologia dei cerchi delle fate è il rilascio di ormoni vegetali chiamati gibberelline. Questi ormoni, prodotti dai funghi, hanno la capacità di promuovere la crescita e lo sviluppo delle piante. Le gibberelline possono influenzare una serie di processi fisiologici, inclusa la promozione della germinazione dei semi delle dicotiledoni. In questi semi, alla fine del periodo di dormienza, gli elementi nutritivi devono essere trasformati dalla forma “di lunga conservazione” a quella “di facile utilizzo” per la pianta. Le gibberelline stimolano proprio questa fase del processo. In pratica, si vedono le pianticelle aiutate dai funghi spuntare in anticipo sulle loro simili che non hanno questa stimolazione.
Le gibberelline rilasciate dai funghi stimolano anche l’allungamento del fusto delle piante. L’effetto sulle gemme è un aumento delle divisioni cellulari. Le piante che crescono sopra un cerchio di funghi diventano presto più alte delle altre. C’è però anche un effetto sulle radici, che crescono meno di quanto dovrebbero. Anche in questo caso si può individuare facilmente il cerchio delle fate osservando dove le piante avvizziscono prima delle altre, nei momenti in cui piove poco.
Racconto questa e altre curiosità durante le conferenze e le animazioni che offro al pubblico.
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