I coboldi sono folletti dispettosi della tradizione tedesca. Esistono due sole professioni per loro: possono diventare flagelli domestici oppure possono infestare le miniere.
I dispetti che una famiglia può ragionevolmente aspettarsi di ricevere dal suo coboldo sono classici: oggetti che spariscono, altri che si rompono, nodi nei capelli o nel crine dei cavalli e latte che irrancidisce prima di diventare formaggio.
In miniera i dispetti possono essere simili (spariscono gli attrezzi da lavoro) oppure possono raggiungere il crollo con morti e feriti. Il loro divertimento maggiore è creare zizzania tra le persone, che si incolpano a vicenda per il fastidio o per il danno ricevuto.
Le tracce più antiche di questi folletti risalgono all’antica Grecia, dove i piccoli kobalos facevano parte del corteo di Dioniso. Erano piccoli, agili, dispettosi e irriverenti. La loro abilità nel furto era tale che riuscirono a derubare anche Eracle. Quando i romani conquistarono la Grecia, questi piccoli esseri si trovarono le strade spianate per colonizzare tutta l’Europa. I goblin francesi, i coblyn gallesi e i kobold tedeschi si pensa siano loro discendenti.
Ne esiste anche una razza marinara, il klabautermann che ha perso parecchia dell’ostilità tipica della sua specie e di solito aiuta i marinai, tramanda sapienza e tiene alto il morale a bordo cantando ballate. Questi folletti sono talmente diversi dal ceppo originario dei coboldi da farmi ipotizzare un inizio di speciazione.
Torniamo ora ai coboldi delle miniere tedesche. Qui i minatori lavoravano in cerca di nichel o argento. Trovare un minerale di minor pregio, inquinato dai coboldi per dispetto, non era piacevole. Quel dispetto diede lo spunto allo svedese Georg Brandt quando si trattò di trovare un nome per il metallo da lui isolato: il cobalto. Brandt fu uno dei primi chimici moderni e spese buona parte della sua vita a smascherare i trucchi degli alchimisti.
Esiste anche un altro elemento della tavola periodica in cui il Piccolo Popolo ha messo lo zampino. L’elemento stronzio ha un nome che si ispira a Strontian (in gaelico sarebbe Sròn an t-Sìthein), un villaggio della Scozia nei cui dintorni l’elemento è stato scoperto. Il nome deriva dal gaelico e si può tradurre con “naso della collina delle fate”.