La musica per draghi è difficile da scegliere e da suonare. Fin dall’antichità si sa che i serpenti si possono incantare con la musica. Nel bestiario di Aberdeen si vede un uomo mentre si rivolge al serpente/drago e questi si difende come può. L’aspide non vuole sentire gli ordini umani. La povera bestia si preme un orecchio al suolo e si infila la punta della coda nell’altro, avendo “le braccine troppo corte” per tapparsi le orecchie.
Secondo la tradizione, la musica riesce a sopire gli istinti bellicosi, smorzando l’aggressività e quindi, fintanto che si continua a suonare, la bestia è meno pericolosa e può essere governata. Se vi ricordate, questo è un trucchetto che avete visto anche in Harry Potter e la pietra filosofale quando l’arpa incantata fa addormentare Fuffy, il cane da guardia a tre teste di Hagrid.
Gli incantatori di serpenti più antichi erano probabilmente indiani. Gli uomini che si dedicavano a questa professione dimostravano la propria competenza con uno spettacolo di strada. Si sedevano davanti a un cesto in cui dormicchiavano dei cobra (affamati e assetati per essere un filo meno pericolosi) e inducevano i serpenti a mostrarsi suonando il pungi. Oltre che vendere amuleti protettivi, erano poi chiamati dalle famiglie che volevano liberare dai serpenti case e giardini. Gli incantatori, nel loro addestramento, imparavano anche a curare i morsi dei serpenti e fungevano quindi da guaritori itineranti. Nell’induismo i serpenti sono sacri e associati ai Naga.
L’udito dei serpenti
Ragionando dal punto di vista biologico, il fatto che ai serpenti manchino le orecchie è stato un dettaglio irrilevante per secoli. Non hanno padiglioni mobili per orientare il suono verso l’interno e non hanno proprio per nulla i “buchi” delle orecchie!
Ai serpenti, oltre ai timpani, mancano anche le ossa che a noi servono per trasmettere i suoni all’interno del cranio: martello, incudine e staffa. Hanno un solo osso nell’orecchio medio, la columella, e questo è collegato alla mandibola.
Secondo uno studio del 2012 pubblicato sul Journal of Experimental Biology i pitoni riescono a sentire le vibrazioni trasmesse dal terreno, ma sono meno attrezzati per trasformare le vibrazioni dell’aria in qualcosa di sensato. I pitoni reali sono i migliori a frequenze uditive comprese tra 80 e 160 Hertz, laddove la normale gamma di frequenza percepita da noi umani è compresa tra 20 Hz e 20.000 Hz. Sentono i suoni bassi come la voce maschile, non sentono la frequenza del parlato femminile, che di solito supera i 200 Hz.
Volete quindi cantare una ninna-nanna al vostro cucciolo di drago oppure organizzare un concerto per il vostro drago da compagnia? Usate strumenti musicali come il contrabbasso, il basso fagotto e il basso tuba ed evitate la tromba, il flauto e il mandolino! Con queste accortezze, riuscirete a scegliere la migliore musica per draghi che si sia mai sentita!