A che cosa assomiglierebbe l’odore di drago, se uno avesse l’occasione di annusare da vicino una di queste bestie mitologiche?
A farsi questa interessante domanda è Melissa T. Miller, in un articolo pubblicato sul Nerdist.
Melissa suppone che possano avere un odore simile a quello dei draghi di Komodo, ovvero quello di un grosso rettile carnivoro che vive sulla terraferma.
I rettili non sudano come noi mammiferi per regolare la temperatura. Loro si spostano all’ombra o al sole a seconda del bisogno. Non avendo ghiandole sudoripare, i rettili non disperdono liquidi e non danno modo ad altre sostanze di aggiungersi alla secrezione, per profumarla. I mammiferi “puzzano” molto più dei rettili anche perché affidano agli odori portati dal vento dei messaggi diretti ad altri individui della stessa specie.
Ovviamente, i draghi marini olezzeranno di mare, come le iguane marine. Esattamente come capita alle iguane in là con gli anni, potrebbero anche essere ricoperti da alghe che sono riuscite a radicarsi tra le squame e che si fanno portare a spasso. Questa copertura fluttuante è un’ottima aggiunta mimetica e permette alla bestia adagiata tra gli scogli di passare inosservata.
La parte più odorosa di un drago terrestre è sicuramente la bocca. I pezzi di carne che restano incastrati tra i denti e le gengive possono decomporsi. L’odore dell’alito di un drago potrebbe essere quindi un misto di carne putrida e bruciaticchio.
Allo Smithsonian museum hanno creato un exhibit multisensoriale per dare al pubblico la possibilità di conoscere meglio il T. rex. Si possono guardare le ossa dello scheletro di dinosauro meglio conservato esistente, se ne possono ascoltare dei versi e si può toccare una ricostruzione della pelle. A noi interessa soprattutto annusare la ricostruzione dell’alito del dinosauro, che gli scienziati hanno moderato per non far svenire o vomitare i visitatori.
Nella sala dedicata al T. rex si può anche annusare la vegetazione del Cretaceo, ricostruita usando piante oggi esistenti simili a quelle che vivevano allora. Cipressi, sequoie, Liriodendrum e piante palustri.