Yamata no Orochi, il drago a otto teste

Yamata no Orochi. Immagine generata con PlaygroundAILasciate che vi racconti come ho sconfitto Yamata no Orochi, il drago a otto teste. Sono Susanoo, il divino fratello di Amaterasu, e un giorno, mentre camminavo lungo il corso di un fiume, notai due bastoncini che galleggiavano, trasportati dalla corrente. La mia mente astuta subito dedusse che dovevano provenire da un villaggio a monte. Non mi sbagliavo.

Arrivato al villaggio, incontrai tre figure accasciate in lacrime: due anziani, un uomo e una donna e una giovane fanciulla, piuttosto avvenente. Mi raccontarono del terribile destino che attendeva la ragazza, l’ultima delle otto sorelle: quella notte il temibile Yamata no Orochi se la sarebbe portata via. Terribile per loro, ovviamente, non per me, quindi offrii il mio aiuto.

Prima di mettermi al lavoro chiesi la mano della fanciulla. Mi presentai come un kami, un dio, ma omisi il dettaglio della mia caduta dal cielo. Non avevano bisogno di sapere nel dettaglio chi e perché mi aveva cacciato, accettarono subito, speranzosi che potessi salvare la loro amata figlia.

Chiesi ai genitori di preparare otto barili di sake e di posizionarli dietro otto cancelli aperti nella staccionata che dava sul fiume. Poi, con un pettine, mi acconciai i capelli, assumendo le sembianze di una fanciulla. Mi nascosi, attendendo l’arrivo del drago.

Una sinuosa silhouette oscura emerse gradualmente, svelando un essere titanico dal corpo serpentino. Le sue otto teste si ergevano orgogliose al di sopra delle onde, ognuna corredata di occhi rossi come brace ardenti. Le bocche spalancate sputavano fiamme e vapore, che  si disperdeva attorno a lui in rivoli grigi. Il corpo del drago era rivestito da uno strato di muschio. Ciò che catturava lo sguardo erano le strane protuberanze che sporgevano dalla sua pelle. Piccoli cipressi si aggrappavano con determinazione al suo dorso e i rami sinuosi ondeggiavano al ritmo delle onde.

Arrivato a riva, Yamata no Orochi non trovò la fanciulla che aspettava, ma me e otto barili di sake. Il drago non mi considerò un pericolo e tuffò ognuna delle sue teste in un barile, bevendo fino a cadere a terra, ubriaco e indifeso. Fu allora che brandii la mia spada e recisi le otto teste del drago. Poi passai alle code, e nell’ultima trovai una spada leggendaria, Ama no Murakumo. La presi come trofeo, un premio  per la mia astuzia. Decisi di portarla in dono a mia sorella Amaterasu, sperando che potesse servire a riconciliarmi con lei. Come potrebbe rifiutare l’offerta di un eroe del mio calibro?


Questa storia è stata scritta da Ō no Yasumaro, storico che ci ha lasciato le Cronache degli antichi eventi in cui abbiamo letto le leggende del Giappone. Questo articolo contiene brani suggeriti da chatGPT e immagini generate da Playground AI.

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