In Drifting Dragons i draghieri vanno a caccia di draghi volanti con un dirigibile e i metodi di caccia sono quelli della caccia alle balene con l’arpione.
I draghieri a bordo della Quin Zaza indossano una divisa senza paracadute e il ponte di caccia non ha i parapetti.
Sulle baleniere i parapetti ci sono, tranne nella zona di prua, dove c’è il cannone che spara l’arpione. L’arpione è legato a una cima e i parapetti sarebbero d’ostacolo al momento di sparare e di issare la carcassa a bordo.
Sulla Quin Zaza non ci sono parapetti quasi da nessuna parte. Evidentemente i draghieri non sono soggetti alle leggi di gravità come il resto degli umani. Loro non cadono.
Andare a caccia di balene, come di draghi, costa molto e i guadagni sono bassi. Il Giappone offre sussidi ai balenieri per favorire la loro attività, che altrimenti non sarebbe abbastanza redditizia.
I personaggi di Mika e Takita
Lo scopo della caccia in Drifting Dragons è commerciale e frivolo: la carne di drago fa godere molto i personaggi che la mangiano portandoli vicino all’orgasmo.
La fisicità del desiderio di mangiare è rappresentata in tutta la sua bassa animalità nel personaggio di Mika. I momenti di maggior emozione, a bordo del dirigibile, sono quelli dei pasti.
Il personaggio della giovane, appena arruolata, Takita serve a spiegare al pubblico il funzionamento della caccia e a introdurre tensione romantica nella storia. Lei prova a sparare, passa le munizioni agli artiglieri, si imbarazza quando Maki la annusa e piange a dirotto quando non può addentare un bocconcino succulento. Takita non soffre per una ragione seria. Il suo pianto serve solo per farci capire quanto questo bocconcino sia desiderabile.
Quando Takita capisce che il drago che hanno davanti è una madre in cerca del suo cucciolo, che la ciurma ha ucciso, macellato, venduto e mangiato il giorno prima, ha un timido sussulto di empatia e dichiara, ingenuamente, di provare pena per l’animale che hanno davanti. Madre che non li attacca, pacifica come sono di solito i draghi, si limita a cercare il figlio perduto. Maki redarguisce immediatamente la giovane pivellina. Soffoca sul nascere quel briciolo di pericolosa empatia e inizia a pensare quale arma usare per uccidere mamma drago in fretta senza rovinare il gusto della carne.
Le ricette
Il fatto che i draghi sono buoni da mangiare DEVE essere più importante di qualsiasi altra considerazione etica. I titoli delle puntate sono molto spesso titoli della ricetta usata per cucinarli. Per sottolineare la centralità della cucina, in ogni episodio ci sono le istruzioni di cottura, con consigli e quadretti in sovraimpressione per evidenziare la bontà del piatto.
Del drago, come della balena, non si butta via niente. Questo è un retaggio di antica saggezza rimastoci dai tempi in cui era davvero necessario cacciare per sopravvivere. L’olio di balena, per esempio, serviva ad alimentare le lampade a olio nei paesi in cui non cresceva l’olivo. Nel bacino del Mediterraneo si usava l’olio d’oliva, nel novecento si passò al kerosene e poi le lampade divennero elettriche.
VI prego di notare che questa necessità oggi, per noi, non c’è più. I motivi per cui oggi si cacciano le balene sono futili.
L’ipocrisia
Una scena che mi è piaciuta per le ipocrisie che smaschera è quella in cui gli abitanti di un villaggio, dopo aver comprato i prodotti a base di drago, si rifiutano di ospitare i draghieri. Le merci possono entrare, le persone no.
La motivazione per rifiutare l’ospitalità è che così facendo si attirerebbe sul villaggio la vendetta dei draghi. Ora, come si vede nella puntata di cui parlavamo prima e come obiettano animatamente i draghieri, i draghi attaccano molto raramente l’uomo. La motivazione del villaggio è quindi una paura immotivata di vendetta.
Il punto su cui riflettere è che nel mondo di Drifting Dragons, come nel nostro, al consumatore finale fa comodo avere un prodotto e non pagarne il costo per intero. Il costo intero consiste nel farsi carico delle conseguenze delle proprie azioni invece di scaricarle su altri o altrove. Vuoi mangiare un drago solo perché è buono? Allora accetti di essere (eventualmente) attaccato da lui e dai ospitalità a chi te ne procura la carne. Se non ti sta bene, lascia in pace i draghi e mangia altro, mica stai morendo di fame!
Massacrare le balene è sbagliato!
A me Drifting Dragons sembra una operazione internazionale in grande stile per ripulire l’immagine pubblica dei balenieri.
Stati come il Giappone e la Norvegia insistono nel voler cacciare le balene nonostante la moratoria internazionale, ignorando raccomandazioni di scienziati di tutto il mondo. Un tempo la caccia forniva proteine indispensabili alla sopravvivenza. Oggi lo scopo di questa caccia è commerciale. In Giappone, con le balene ci fanno il cibo per cani, un prodotto di lusso di cui nessuno ha davvero bisogno.
I giapponesi negli ultimi anni hanno sviluppato una sensibilità ambientale notevole e ridotto di molto il consumo di carne di balena. I balenieri, al calo della domanda, hanno abbassato i prezzi e cercato di guadagnare la stessa cifra di prima, pescando e vendendo ancora più balene. Hanno provato a offrirle alle mense scolastiche, che hanno rifiutato. Hanno quindi iniziato a fare scatolette per animali, che mangiano senza protestare.
Il Giappone ha usato una scappatoia per eludere le regole della Commissione Internazionale Baleniera. Uccidono balene con la scusa di “ricerca scientifica”, perché in questo modo non ci sono limiti al numero di animali cacciabili. I risultati “scientifici” delle loro ricerche sono stati valutati come scarsi in numero e scadenti in qualità. In pratica non hanno scoperto nulla di nuovo sulle balene, pur avendone ammazzate una bella quantità.
Io boicotterò la serie di Netflix
Negli ultimi cinquant’anni i movimenti ambientalisti (Greenpeace e Sea Shepherd in particolare) si sono battuti per difendere le balene dallo sterminio. Io farò la mia parte, abbandonando la serie dopo averne viste le due puntate che mi servivano per recensirlo.
Drifting Dragons nasce come manga e il suo autore è Taku Kuwabara, l’anime è stato caricato da Netflix il 30 aprile di quest’anno. Abbandonando la visione della serie dico a Netflix che non mi piace questo genere di prodotto. Con questa recensione nel mio blog spiego pubblicamente le ragioni per cui non mi piace un anime che dipinge come giusta, divertente e goduriosa la caccia alle balene.
Non sto neanche a dirvi quanto mi dispiaccia che abbiano usato dei draghi per camuffare le balene.
Se avete voglia di una bella serie sui draghi, guardatevi piuttosto Il principe dei draghi.
Ma cosa centrano le BALENE!? cioè il tizio potrebbe benissimo aver preso come riferimento i metodi di caccia, ma da questo a pensare che lui voglia “ripulire l’immagine pubblica dei balenieri…” mi sembra un viaggio parecchio assurdo.
Tralasciando ora la discutibile scelta di averlo animato in 3d, il manga è pura goduria per gli occhi, disegni straordinari, uno studio nei dettagli che funziona perché reale, dal funzionamento della nave, a quello climatico, o delle armi. Rafting Dragon attualmente è una lettura abbastanza leggera che parla della lotta di umani contro draghi. Entrambi combattono e uccidono per sopravvivere… Loro hanno la carne di drago, noi le mucche. Tra l’altro se tu avessi anche solo visto o letto qualcosa sapresti che la nave dei nostri protagonista tenta sempre di uccidere sul colpo.
Parli di “Orgasmo con il cibo” forse dovresti dare un occhiata a Food wars, perché quello che dici tu, qui, è praticamente inesistente in confronto.