Segurano – il cavaliere del drago

Copertina di Segurano, il cavaliere del drago.Segurano, il cavaliere del drago, è protagonista di imprese tali da far impallidire i cavalieri della tavola rotonda. Combatte meglio di Lancillotto, mangia più di Artù e tiene testa, da solo, anche a bestie selvatiche ferocissime come i leoni.

Le vicende di Segurano sono materia di Bretagna; per la maggior parte del tempo l’eroe duella in tornei cavallereschi con altri famosi eroi le cui lance si spezzano contro il suo scudo senza scalfirlo. Occasionalmente qualcuno riesce a disarcionarlo, ma Segurano è talmente forte che mentre gli altri dopo aver duellato con lui ci mettono mesi a riprendersi, lui si lava le mani e si siede a tavola per mangiare.

L’oblio dell’eroe

Non abbiamo mai sentito parlare di Segurano fino a oggi per due motivi: il primo è che nel romanzo tutti gli altri cavalieri cadono vittima delle macchinazioni di Morgana e finiscono per dubitare della sua esistenza. Morgana, tramite un’illusione, fa apparire un drago che semina scompiglio in un torneo. Segurano, che fino a quel momento si divertiva a sfidare tutti gli altri cavalieri facendo da bersaglio per la quintana, si lancia all’inseguimento. Di lui si perdono le tracce. Morgana induce i cavalieri a credere che Segurano sia solo un trucco da incantatrice.

Il secondo motivo di oblio è che i testi che descrivono le sue avventure finiscono nell’indice dei libri proibiti dal Concilio di Trento e la Riforma cattolica li sottrae così ai lettori.
La vicenda di Segurano è stata riportata alla luce grazie al lavoro filologico di Emanuele Arioli, che ha dedicato dieci anni alla ricerca e allo studio di ventotto manoscritti sparsi in biblioteche di tutta Europa. Ha ricostruito la vicenda collegando i pochi frammenti ancora disponibili. Arioli ha difeso la sua tesi di dottorato su Segurano nel 2017 alla Sorbona e ha poi curato un adattamento a fumetti della vicenda uscita per i tipi di Dargaud con le illustrazioni di Emiliano Tanzillo. Mondadori ha reso disponibile una traduzione in italiano del romanzo.

Recensione

Morgana evoca un drago per illudere Segurano. Immagine generata da Dall-EAprendo questo testo bisogna tenere a mente di avere davanti la ricostruzione di un romanzo medievale, non un’opera contemporanea. Un lettore abituato a letture fantasy  troverebbe la prima parte molto ripetitiva, con descrizioni formulari dei combattimenti (si spezzano un sacco di lance nei tornei). Il personaggio di Segurano è un eroe forte fin dall’inizio, ha solo bisogno di esibire il suo valore agli occhi dei suoi pari. L’inseguimento del drago è l’occasione di vagabondare in cerca di avventure.

Alcuni capitoli del romanzo originale mancano e purtroppo le parti più danneggiate sono proprio quelle con il drago che interessano a noi. Nelle pagine finali l’illusione di Morgana sembra concretizzarsi in una creatura capace di menare colpi di coda potenti. Questo dettaglio riprende le fonti classiche e le nozioni di dragologia riportate nei bestiari del tempo. Giusto per citare un esempio, nel foglio 66 r del Bestiario di Aberdeen si legge che Vim autem non in dentibus set in cauda habet, et verbere pocius quam ictu nocet. Del drago si temono i colpi di coda più che il morso.

Il combattimento tra Segurano e il drago

cavaliere che frantuma una lancia contro un drago. Immagine generata da Dall-ESegurano cerca ovviamente di iniziare il combattimento da una posizione di vantaggio, attacca quindi a cavallo, con la lancia, e punta a conficcargliela in fronte. Questa strategia concorda con le dimensioni dei draghi medievali solitamente paragonabili a un grosso cinghiale e che potevano quindi essere affrontate da un singolo cavaliere. Nel romanzo di Segurano però la punta dell’arma incontra più resistenza del previsto e, nonostante la forza e la precisione del cavaliere, l’asta si spezza.

Le lance da torneo avevano la punta smussata ed erano di legno di frassino. Questa essenza era scelta apposta perché si spezzava facilmente, senza perforare la corazza dello sfidante. Durante un torneo si combatteva per sport e per dare spettacolo. Non era interesse di chi organizzava un evento ferire seriamente i cavalieri al fianco dei quali avrebbe poi combattuto nelle vere guerre. Quando però si andava in battaglia o a caccia, si usavano lance più resistenti.

Questa fase del combattimento ci dice che la fronte del drago ha due caratteri interessanti: è abbastanza resistente da reggere il colpo (pensiamo ai crani dei pachicefalosauri) ed è abbastanza intricata da non deviarlo. Le armature medievali erano progettate per deviare verso l’esterno i colpi, smaltire così l’impatto e proteggere così chi le indossava. Il drago resta saldo, con lo sguardo fisso verso il cavaliere in arrivo e incassa l’urto senza perdere terreno.
Segurano ci racconta quindi che i draghi che scorrazzavano per la campagne europee del 1400 erano bestie cocciute e dall’ampiezza dei suoi vagabondaggi possiamo ricavarne che probabilmente a quel tempo i giovani draghi coprivano lunghe distanze nella fase di dispersione giovanile.


Le immagini a corredo di questo articolo sono state generate con Dall-E

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