L’ottica dello sguardo pietrificante del basilisco

basilisco. Immagine generata da PlaygroundAIIl basilisco è in grado di pietrificare con lo sguardo e su questo le fonti classiche concordano. Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia scrive che ha questa capacità, come la catoblepa di cui ha appena parlato:

Eadem et basilisci serpentis est vis. Cyrenaica hunc generat provincia, duodecim non amplius digitorum magnitudine, candida in capite macula ut quodam diademate insignem. sibilo omnes fugat serpentes nec flexu multiplici, ut reliquae, corpus inpellit, sed celsus et erectus in medio incedens. necat frutices, non contactos modo, verum et adflatos, exurit herbas, rumpit saxa: talis vis malo est. creditum quondam ex equo occisum hasta et per eam subeunte vi non equitem modo, sed equum quoque absumptum.
Utque huic tali monstro – saepe enim enectum concupivere reges videre – mustellarum virus exitio est: adeo naturae nihil placuit esse sine pare. inferciunt has cavernis facile cognitis soli tabe. necant illae simul odore moriunturque, et naturae pugna conficitur.

I basilischi che vivevano al tempo di Plinio avevano una macchia chiara sulla fronte a forma di diadema. In molte miniature medievali la macchia diventa una corona grazie a Isidoro di Siviglia che lo definisce re dei serpenti. Le vuivre che vivono in Francia hanno ancora il diadema e molti avventurieri cercano di impossessarsene quando lo tolgono e si distraggono. Il drago della val Brembana ha invece delle gemme che brillano di luce propria e le usa per volare al buio.
Col tempo il diadema diventa una gemma interna, la draconite, da estrarre mentre l’animale è ancora vivo per preservarne gli incredibili poteri.

Tornando a quanto ci scrive Plinio, leggiamo che in epoca classica il dominio di questo rettile sulle altre bestie era già noto. A quel tempo, però, l’unico comando del basilisco che fa agire gli altri rettili è il fischio. Non appena lo sentono i serpenti scappano a rintanarsi.

Gli artigli da rapace, le ali piumate e il becco che vediamo nel basilisco del bestiario di Aberdeen sono anch’esse aggiunte successive al corpo inizialmente cilindrico di questa bestia. Il basilisco a forma di serpentone che striscia nelle tubature di Hogwarts riprende, ingrandito, il modello classico. Curiosamente, nel Rinascimento si pensava che il basilisco potesse avere tre paia di zampe e infatti Ulisse Aldovrandi lo disegna così. Molti giocatori di ruolo di oggi lo hanno conosciuto e combattuto in questa forma, ovviamente ingrandito e incattivito per necessità di gioco.

basilisco (coccatrice) nel bestiario di AberdeenPlinio racconta anche che l’andatura del basilisco non è fatta da oscillazioni laterali come fanno solitamente i serpenti che si muovono spingendosi contro gli ostacoli del terreno. È eretta, con il capo sollevato da terra. Il basilisco incede in modo dignitoso, per un serpente. Al suo passaggio i cespugli si seccano e le rocce si spaccano.

Un cavaliere che provò a ucciderne uno, infilzandolo con la lancia, rimase ucciso dal sangue che colò lungo l’asta e il suo cavallo fece la stessa fine. Il sangue è velenoso come l’alito e uccide rapidamente. L’unico vero nemico naturale del basilisco è la donnola. Questo predatore, astutamente, attacca il basilisco alla schiena, per morderlo al collo. In questo modo si protegge dallo sguardo pietrificante.

Problema ottico della vista pietrificante

trasmissione, assorbimento e rifrazione della luceOra, sia la mitologia classica (Perseo contro Medusa) che le vite dei santi (San Pietro contro lo scultone sardo), ci dicono che per aver la meglio su una bestia che pietrifica con lo sguardo basta usare uno specchio.
Lasciatemi quindi ripassare (semplificandole) le basi dell’ottica geometrica.
Un raggio di luce, quando incontra una superficie sul suo cammino, può andare incontro a tre destini.

  • Può essere trasmesso, ovvero passare dall’altra parte e continuare il suo viaggio.
  • Può essere assorbito, ovvero fermarsi lì e degradarsi in energia termica scaldando l’oggetto.
  • Può essere riflesso, ovvero può tornare indietro, rimbalzando sulla superficie.

Se gli eroi delle nostre storie riescono a sopravvivere allo sguardo del basilisco guardandolo riflesso in uno specchio, o attraverso le lenti di una macchina fotografica, significa che il raggio pietrificante è assorbito dallo specchio o dalle lenti.

Luce e formazione dei coloriSappiamo che le diverse lunghezze d’onda che compongono un raggio di luce possono farci vedere i colori delle cose perché alcune di esse si fermano lì (assorbite) e altre vengono riflesse (e arrivano al nostro occhio). Il cerchio ci appare rosso perché le lunghezze d’onda del rosso ci rimbalzano sopra (riflesse) e arrivano fino a noi.

L’immagine del basilisco è come il raggio rosso, la vediamo riflessa.
Se noi vediamo lui, anche lui può vedere noi. I raggi “in uscita” dai suoi occhi arriverebbero diretti addosso a noi. Come mai quindi l’effetto non c’è? Il potere pietrificante è come tutti gli altri colori che si fermano nel disco. Viene assorbito e degradato fino a diventare innocuo.

Sappiamo anche che Medusa continuò a pietrificare con lo sguardo anche con la testa mozzata. Non è necessario che il possessore del potere sia vivo per esercitarlo. Ora però mi chiedo: come ha fatto Perseo a portare in giro la testa di Medusa? La storia dice che la mise in un sacco e che volò via a cavallo di Perseo. Ora, questo sacco sarebbe dovuto diventare di pietra, stando davanti a Medusa! Quanto era potente Pegaso? Il mistero resta ancora fitto!


Racconto questa e altre curiosità durante le conferenze e le animazioni che offro al pubblico.
Per sapere dove incontrarmi, questo è il calendario con i miei appuntamenti.
Per invitarmi a partecipare a un tuo evento, scrivimi e raccontami cosa piace al tuo pubblico!

Dimmi che ne pensi. :)

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.