La draconite è una gemma leggendaria, si dice sia dotata di proprietà magiche piuttosto particolari. Cura le ferite e le malattie del sangue, scaccia gli spiriti ostili e secondo i Greci destava anche passione amorosa.
Alberto Magno, lo studioso che calcolò nel 1200 quanta superficie alare fosse necessaria a un drago per librarsi in volo, ci dice che la draconite ha forma piramidale. Aggiunge che il suo colore è scuro e lucente. La gemma ha la proprietà di neutralizzare il veleno (come il corno di unicorno o il bezoar) e di aumentare il coraggio del suo possessore.
La draconite va estratta dal cranio di un drago. La parte difficile della raccolta non è trovare il drago, è recuperare la gemma dall’esemplare ancora in vita. Se l’operazione in vivisezione fallisce, la pietra perde i suoi poteri. Il cranio di un drago è piuttosto grande, sbagliarsi a incidere è facilissimo.
Ora, focalizziamoci un attimo sulla questione del coraggio. Questo è un problema di errata lettura di un trofeo. Se hai abbastanza coraggio da andare a caccia di draghi, trovarne uno, immobilizzarlo e trapanargli il cranio per estrarre la draconite, allora l’esibizione della draconite è la dimostrazione del tuo valore. Avevi il coraggio già prima di usarlo. La draconite è inutile.
Se, invece, hai comprato la pietra pagandola a qualcuno in grado di procurarsela, allora quando la esibisci dimostri soltanto di essere un gonzo. Dimostri di essere facilmente truffabile. Nemmeno in questo caso la draconite ti darà il coraggio che ti manca.
Se state per comprare una draconite in un negozio di minerali, vi farà piacere sapere che si tratta di diaspro, ovvero di un ossido di silice (SiO2). Il minerale si deposita in ambiente sedimentario e la colorazione è dovuta agli ossidi di ferro. Il colore delle screziature varia dal rosso al giallo intenso, con zone verdi. Gli animali a cui dobbiamo questa gemma non sono i draghi, sono i microscopici radiolari aiutati da alghe silicee, le diatomee.