I due enormi draghi di Saipan volano nella hall dell’Imperial Pacific Casino, in un’isola nel bel mezzo del Pacifico, grossomodo a metà strada tra il Giappone e l’Australia. La clientela è prevalentemente cinese, per cui la scelta è caduta su un lung imperiale (zampa con 5 artigli). I due draghi si fronteggiano e in mezzo a loro è sospesa una sfera luminosa. Sono fatti di acciaio, oro e cristalli. Tantissimi cristalli.
Si tratta del gioiello più grande esistente al mondo e punta a essere riconosciuto come tale dai giudici del Guinness dei primati.
Per rivestire tutte le 13mila squame dei due draghi di Saipan sono serviti 2,5 milioni di cristalli Swarovsky. I cristalli sono come quelli usati per gli orecchini, vanno fissati a mano, uno per uno. Le squame sono retroilluminate da LED RGBW, i draghi possono quindi splendere e cambiare colore, dettagliando ogni particolare e creando effetti ottici spettacolari.
Il progetto dell’opera è dello studio di architettura DSAA che ha impiegato un anno a metterlo a punto. Per costruire i due draghi di Saipan la Lasvit ha impiegato un altro anno e oltre un centinaio di persone. Il lavoro ha tenuto costantemente impegnati i laboratori di Novy Bor, in Repubblica Ceca, dove la tradizione del cristallo di Boemia ha sposato la tecnologia.
L’assemblaggio delle parti è durato altri sei mesi di lavoro, a ritmi di 10 ore al giorno. In questa fase ci sono stati ulteriori problemi, dovendo operare in una zona sismica e soggetta a tifoni con protocolli di sicurezza da rispettare particolarmente stringenti. L’opera da appendere al soffitto del casinò pesa 40 tonnellate, ogni drago è lungo 50 metri. Capite bene il problema. Costruire un soffitto capace di reggere i due draghi è stato quasi più difficile che costruire le bestiole.
Ora, lasciatemi dire che sono abbastanza contenta di sapere che il gioiello più grande del mondo sia una coppia di draghi e che le sue dimensioni lo metteranno al sicuro dai furti. Mi spiace solo che sia in un posto del mondo così scomodo da raggiungere. Un giretto a vederli da vicino me lo sarei fatto più che volentieri.