Le 5 spade nella roccia in Italia: miti e leggende

spada nella roccia di MontesiepiLe spade nella roccia sono un’attrazione unica in Italia, le si trova in paesaggi mozzafiato, accompagnate da leggende antiche. Nascoste tra le montagne ci parlano di altri tempi e di eroi dimenticati. Se sei un amante del fantastico e delle gite all’aria aperta, non ti puoi perdere la magia delle leggende racchiusa in questi luoghi.

La Rotonda di Montesiepi e San Galgano

Questa è forse la spada nella roccia più famosa d’Italia. Si dice che San Galgano, per simboleggiare la fine dei combattimenti e il trionfo della cristianità, abbia conficcato la sua spada nella roccia fino all’elsa, trasformandola così in una croce. La spada è tuttora visibile nella Rotonda di Montesiepi, dove puoi leggere la targa accanto alla spada che recita. “Attraverso questa croce che il santo cavaliere Galgano fece di sua spada possano l’amore e la pace del Cristo diffondersi sulla Terra.” Questo luogo magico è stato visitato da migliaia di pellegrini e turisti, attirati dalla bellezza e dalla suggestione della spada.

Il sentiero di Excalibur a Tonezza del Cimone

A Tonezza del Cimone esiste il “Sentiero di Excalibur”, che è un percorso naturalistico-didattico. Un anello di 3 km ti porterà attraverso un luminoso e ampio bosco di larici e ti farà camminare lungo l’antico sentiero delle vacche. Come avrai intuito, il sentiero era un antico percorso del bestiame utilizzato per raggiungere i pascoli della zona. Ai lati del sentiero potrai ammirare vecchi muretti a secco coperti di licheni. Una delle 10 stazioni del percorso è la Valle dei Ciliegi, dove si trova la Excalibur di Tonezza.

La spada nella roccia sul Monte Terminillo

I templari lasciarono (forse) una spada nella rocciaSul Monte Terminillo, la spada nella roccia è una spada templare. Nel 1307, il re di Francia Filippo IV emise un ordine di cattura di tutti i Cavalieri Templari. Cinque templari, tra cui Guy de La Roche, che era il Maresciallo del Tempio, fuggirono e trovarono temporaneo rifugio proprio sul Monte Terminillo. Aspettarono il giorno del solstizio d’inverno per deporre i loro mantelli nella neve e separarsi. Guy de La Roche infisse la sua spada in una roccia e, invocando giustizia divina, sciolse dal giuramento templare i confratelli. I cinque cavalieri si incamminarono in direzioni diverse, promettendo di non rivelare mai la propria identità. Guy de La Roche prese poi i voti francescani e visse il resto della sua vita con il nome di Fra Bernardo e questa storia è contenuta nel suo testamento.

La Excalibur del Lago del Barbellino

La Excalibur del Lago del Barbellino é, invece, un’idea molto recente. È stata conficcata nella roccia soltanto nel 2016 su idea del guardacaccia Matteo Rodari. Questa spada è il frutto del progetto “Sentieri creativi” del CAI locale e si rifà ad antiche leggende, tra cui quella di re Artù. Tra le altre storie, si narra di una volta in cui una nobildonna fosse follemente innamorata di un giovane pastore del luogo. Sfortunatamente il suo amore non era corrisposto, poiché il pastore amava una semplice e umile ragazza di Valbondione. La nobildonna, divorata dalla gelosia, rapì la sua rivale e la imprigionò nel suo castello sulle alture del Barbellino. La giovane pianse così tanto che le sue lacrime formarono un fiume talmente impetuoso da travolgere e far crollare il castello. Le sue lacrime precipitarono poi nella valle, dando origine alle cascate del Serio.

La spada del Pratomagno

La spada nella rocciaIl Pratomagno è una dorsale appenninica che separa il Casentino dal Valdarno. Nel Medioevo, i popoli del Casentino cercarono rifugio proprio nel Pratomagno durante le invasioni dei Goti di Totila. Non si sa chi abbia piantato la sua spada nella roccia, o per quale ragione. Si sa solo che qualche vandalo moderno era riuscito a rubarsela e che dei volonterosi sono riusciti a forgiarne una nuova e a rimetterla al suo posto nel 2017. La spada si trova nel comune di Loro Ciuffenna, a circa 6 chilometri (un’ora e 20 minuti di cammino) dalla croce del Pratomagno, nella direzione di Montelori. Per raggiungerla, basta seguire il sentiero denominato “00” del crinale. La primavera è la stagione migliore per questa passeggiata, quando si possono ammirare, e soprattutto annusare, i prati in fiore.

 

Per tutte queste passeggiate vi consiglio di indossare abbigliamento comodo e calzature adatte per la camminata e mettere nello zaino acqua e snack per rifocillarvi. Procuratevi anche una mappa cartacea (non sempre in montagna i telefonini prendono!) e di informatevi sulle condizioni del sentiero e del meteo prima di partire.

Godetevi le nostre spade nella roccia, ma non cercate di estrarle, che vi potreste far male alla schiena!


Questo articolo contiene brani suggeriti da chatGPT. Le immagini sono state generate da PlaygroundAI.

2 commenti:

  1. Massimo Romboli

    Buonasera,
    ce n’è un’altra a Vitiano (Arezzo) che è tracciata anche su Google Maps
    43.37786, 1191414. E’ stata messa nel Maggio 2022 e dedicata a Cosimo Serristori nobile Fiorentino.

    Saluti
    Massimo Romboli

  2. Grazie mille della segnalazione, Massimo!
    La storia è molto interessante e coinvolge san Francesco. Me la studierò bene!

Dimmi che ne pensi. :)

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