Il diavolo Titivillo si aggira tra la gente raccolta a pregare. Registra tutte le parole mancanti, quelle pronunciate male e le chiacchiere fuori luogo bisbigliate durante la santa messa. Il suo scopo, ovviamente, è trascinare i fedeli all’inferno sfruttando questi piccoli errori.
Titivillo, il diavolo degli errori, ti fa recitare le preghiere in latino e sbagliare le desinenze, oppure ti fa cantare spostando gli accenti. Quando un contratto salta per via di un errore di battitura, lì c’è di sicuro lo zampino di Titivillo. Quando una lettera scritta male basta per stravolgere il nome della medicina in una ricetta, il diavolo non è lontano.
Titivillo fu eletto “demone patrono degli scribi” e si prese per secoli la colpa di tutti gli errori di trascrizione nei testi scritti.
Col passare del tempo e con l’invenzione della stampa le opere scritte si moltiplicarono e con loro anche gli errori vennero riprodotti. Titivillo dovette impiegare un’intera schiera di demoni per continuare il suo servizio.
I diavoletti degli stampatori vivono nelle topografie e si occupano di mischiare gli inchiostri, disallineare i testi e, ovviamente, sono i principali responsabili degli errori di stampa.
Li si riconosce per le macchie sulle mani, nere come le arti oscure che praticano. Si fanno assumere come garzoni per passare inosservati. Il loro travestimento è così perfetto e la loro sfacciataggine così spinta che il ruolo degli apprendisti tipografi è ufficialmente conosciuto col nome di Printer’s devil.