Bufonite, pietra da avvelenamento

Bufonite. Litografia in Ortus sanitatis, Mainz 1491

La bufonite è una gemma leggendaria, nota fin dall’antichità e largamente usata nel Medioevo. Oggi è quasi dimenticata e, per fortuna, non la si cerca più nel cranio dei rospi!

Nel lontano I secolo d.C., Plinio il Vecchio scrisse che ogni rospo, creatura velenosa per eccellenza, doveva necessariamente nascondere nel suo corpo un antidoto al proprio veleno. Nessuno aveva ancora ben chiaro che alcune sostanze erano velenose per certe specie e innocue per altre. I rospi dovevano quindi per forza contrastare in qualche modo il danno che erano in grado di provocare con il liquido contenuto nelle loro verruche.

Questo antidoto, nel corso dei secoli, ha assunto la forma leggendaria della bufonite, una pietra magica che conserva il potere di neutralizzare ogni tipo di tossina.

I rospi erano talmente malvisti che, quando si inventarono uno stemma araldico per il diavolo, scelsero proprio tre rospi.Tre rospi nello stemma del diavolo
I colori giallo e rosso, messi uno accanto all’altro, sono anche il codice che la Natura utilizza per segnalare il pericolo. Questo codice funziona sia per gli animali che per le piante e insegna ai predatori a non mangiare le cose gialle e rosse. Il fenomeno si chiama aposematismo e i colori sono vivaci proprio per essere visti e ricordati facilmente dagli animali che ne fanno esperienza.

La bufonite nel Medioevo

Il commercio di molti oggetti beneficia delle leggende che sono fiorite intorno ad essi. Nel Medioevo si potevano acquistare dai gioiellieri delle bufoniti montate come anelli o pendenti di collane. Le pietre si sarebbero scaldare e avrebbero così avvertito il portatore dei tentativi d’avvelenarlo.
La bufonite funziona come la draconite, di cui abbiamo parlato qualche tempo fa. Ovviamente, le leggende europee danno anche ai rospi lo stesso potere che hanno i draghi: sputare dalla bocca veleno potenzialmente infiammabile.

Edward Topsell, un naturalista del XVII secolo, aggiunse ulteriori dettagli al mito della bufonite. Secondo le sue parole, l’estrazione di questa pietra magica non era un’operazione da prendere alla leggera. Il rospo da cui estrarre la bufonite doveva essere vecchio ma ancora in vita e, per rendere l’operazione efficace, doveva essere posizionato su un panno rosso.

L’origine fossile

denti di lepidotoMa cosa si nasconde realmente dietro al mito della bufonite? Grazie agli studi moderni, sappiamo oggi che queste pietre non sono altro che denti fossilizzati di grossi pesci simili ai lepidoti. Questi animali popolavano i mari e le acque dolci del Giurassico e del Cretacico e ce ne sono vari giacimenti fossili in Francia e Germania. Questi pesci erano durofagi, mangiavano cioè animali con un guscio duro come granchi, coralli e molluschi. Quando dovete rompere le conchiglie, vi servono denti solidi e smussati in bocca! Lo smalto dei denti spesso e rinforzato permette di lucidare questi oggetti fino a farli splendere (si vendono meglio se sono piacevoli da guardare!)

 

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