Sabato 17 novembre 2018 parlo dei nuovi libri HarperCollins dedicati al film Animali fantastici – I crimini di Grindelwald durante BookCity Milano.
Sarò lì insieme agli insegnanti della Scuola estiva di magia e stregoneria, se avete domande, alzate la bacchetta e fatemele!
Il primo degli animali fantastici lo vediamo svolazzare per pochi attimi, ignaro del pericolo che corre. Si tratta di un insetto nella cella di sicurezza di Grindelwald e finisce abbrustolito prima che abbia il tempo di posarsi. Il secondo animaletto è un chupacabra, tenuto al guinzaglio durante una visita al prigioniero. Anche lui fa fuori un insetto, ma lo fa per nutrirsene, secondo natura. Sarà il suo ultimo pasto.
Come si vede bene nelle scene seguenti, Antonio, dopo aver fatto il suo lavoro contribuendo alla fuga di Grindelwald, ha la cattiva idea di scodinzolare festoso in braccio al suo padrone. Grindelwald lo chiama per nome, segno di familiarità, appena prima di gettarlo fuori dalla carrozza. Le relazioni di Grindelwald sono così: usa e getta. Non è un caso che scappi con una carrozza tirata da Therstal, i cavalli visibili solo a chi ha visto la morte!
L’escalation dei cadaveri continua: una famiglia viene sacrificata per liberare un alloggio, bambino compreso. Queste morti ci mostrano che mezzi intende usare Grindelwald per raggiungere il suo scopo. A parole lui giustifica questi atti “per un bene superiore”, in pratica lui si manifesta come il mostro che dice di voler combattere.
Ritroveremo un animale nei paraggi di Grindelwald alla fine del film e a quel punto ci sarà chiaro che uso intende farne.
Nella parte centrale del film ci sono gli animali fantastici del Circus Arcanus, usati per dare spettacolo e tenuti in minuscole gabbie. Vediamo un kappa in una vasca da bagno, una zowu costretta a raggomitolarsi di fronte al pubblico, un piccolo stormo di draghetti lanciare scintille da una microscopica voliera e infine c’è Nagini, costretta ad esibirsi nonostante sia ancora umana. Il circo raccoglie gli emarginati, quelli che sono stati rifiutati per i propri difetti. Il proprietario li definisce “freak” e deride la loro disperata ricerca di una casa a cui tornare. Lo fa mentre se ne va dopo che gli animali sono scappati. Non gli interessa che fine fanno, non valgono la fatica di riprenderli, tanto ci saranno altri fenomeni da baraccone con cui sostituirli.
Newt Scamander ha un atteggiamento opposto, lui non resta indifferente di fronte alla sofferenza degli animali, ne capisce il comportamento e sa come prenderli. Nel suo ospedale veterinario non ci sono catene o gabbie (tranne per la famiglia di Snasi, che si ruberebbe anche i corrimano delle scale se fosse lasciata libera di farlo!). Newt non si approfitta degli animali, Newt cura e poi libera.
Veniamo ora ai felini neri di guardia al ministero della magia francese, i Matagot. Provate a rivedere la scena dal loro punto di vista: degli estranei si introducono con l’inganno nel territorio che i Matagot difendono. Una di loro (Leta, che era l’unica nel pieno diritto di consultare l’archivio della sua famiglia) si spaventa e attacca per prima. Lo stupeficium lanciato contro le bestie non ha l’effetto di stordirle ma di raddoppiarle.
Questa scena ci mostra come la scelta delle armi da usare in un conflitto trasforma i partecipanti. Come dicevo nella recensione che ho scritto per GiratempoWeb: se usi le stesse armi del tuo nemico, diventi come lui. Non vinci il male, lo raddoppi.
Eccoci all’ultimo animale che vedremo e alla rivelazione finale del film (grosso, enorme spoiler).
Il pulcino che Credence si è portato dietro dal sottotetto parigino che condivideva con Nagini viene trasformato da Grindelwald in una fenice. Dai, lo sapete bene che le fenici non nascono da un uovo covato come gli altri uccelli, avete visto Fanny nello studio di Silente, ve la ricordate, vero? Ecco. Ora fate attenzione a quello che dice Grindelwald mentre offre la fenice a Credence. Grindelwald trasforma un brutto anatroccolo senza nome, senza storia e senza affetti, non in un cigno ma in qualcosa di cui poi potrà servirsi.
Ora vi lascio un indizio su cui riflettere: Grindelwald racconta che la fenice compare nel momento del bisogno. Credence è stato sul punto di autodistruggersi da quando è nato. Se fosse vero quello che dice Grindelwald, perché non è apparsa prima e compare invece adesso che è “tutto risolto”? Ora che Credence ha una casa, un nome e una storia?