Il drago barbuto australiano, Pogona vitticeps, muove gli occhi come noi mentre dorme e probabilmente sogna.
Per tantissimo tempo si è creduto che solo uccelli e mammiferi avessero la fase REM, quella in cui si sogna muovendo rapidamente gli occhi, e il sonno profondo, quello delle onde lente. Si pensava addirittura che questa caratteristica si fosse evoluta nei mammiferi separatamente dagli uccelli. Ora possiamo dire che probabilmente apparteneva a un antenato comune tra rettili, uccelli e mammiferi. Possiamo iniziare a studiare i sogni dei draghi!
Grazie a strumenti più sensibili e alla curiosità di vedere i tracciati dopo aver lasciato le macchine attaccate per tutta la notte alla fine di una giornata di lavoro, i ricercatori del Max Planck Institute hanno scoperto che il cervello dei rettili fa cose inaspettate e fondamentalmente hanno anticipato l’origine del sogno a 320 milioni di anni fa.
Questo studio ci dice anche che i sogni dei rettili sono diversi dai nostri. Un drago barbuto sogna circa 350 volte per notte, per un minuto o al massimo un minuto e mezzo per volta, mentre noi ci limitiamo a 5 fasi di alternanza tra sonno profondo e fase REM.
Quando si sogna, il cervello rivive le esperienze fatte durante la veglia e le rielabora. Non è necessario ricordare i sogni al risveglio. Il nostro inconscio ha fatto l’esperienza di cui aveva bisogno e sa come usarla anche se a noi sembra di non ricordarla.
Sognare serve a digerire le emozioni, imparare dal passato, allenarsi per le possibilità future. Sogna chi non è schiavo dell’istinto. Non sappiamo che cosa succeda nei sogni dei draghi, ma le prossime notti resterò vicino alle loro cucce a guardare come muovono le zampine e come respirano, cercando di indovinare!
Via | Science e Livescience