Due nuovi draghi del Garda, creati con materiali scartati come mobili vecchi e copertoni, sono comparsi lungo le sue rive, catturando l’attenzione di chiunque passi da quelle parti. Sono comparsi lo scorso aprile e resteranno visibili fino a ottobre.
Queste curiose installazioni artistiche nascono con l’obiettivo di promuovere l’economia circolare, un modello economico sostenibile che si basa sulla riduzione, il riutilizzo e il riciclo dei materiali. L’idea è di dare una seconda vita agli oggetti, permettendo loro di essere utilizzati in maniera diversa prima di essere scartati come rifiuti.
I due draghi del Garda fanno parte di una mostra diffusa che si chiama Elogio del Limite, che coinvolge anche altri comuni rivieraschi del Lago di Garda. Questa iniziativa è finanziata dal programma europeo LIFE, e fa parte di una campagna di sensibilizzazione e riduzione dell’impatto ambientale a vantaggio del territorio del Garda.
La mostra “Elogio del Limite” si prefigge di trasmettere un messaggio importante: il rispetto dell’ambiente e la valorizzazione delle risorse naturali sono fondamentali per preservare la bellezza dei luoghi che visitiamo. Inoltre, le opere d’arte realizzate con materiali di recupero rappresentano un ottimo esempio di come la creatività possa contribuire alla tutela del nostro pianeta
Il dlago del lago
Questa imponente scultura dell’artista Emanuele Bertossi si trova nel Parco delle donne della Costituente, Via Zerneri, a San Felice del Benaco. Sì, si chiama proprio dLago, con la L.
Il dlago del lago è realizzato con pneumatici di scarto, simbolo di un problema ambientale che affligge i nostri fondali lacustri e marini. Gli pneumatici abbandonati giacciono sui fondali come creature mitologiche immortali, alterando e deturpando i paesaggi subacquei. L’obiettivo di questa opera ecologica è portare fisicamente a galla il problema dell’inquinamento dei nostri ecosistemi acquatici, utilizzando un linguaggio giocoso e accessibile anche ai bambini.
Negli anni ’60, un progetto ambizioso e apparentemente promettente fu lanciato dalla Goodyear in diverse parti del mondo. L’idea era di smaltire vecchi pneumatici legandoli con cavi e depositandoli sul fondo degli oceani per creare delle barriere coralline artificiali. Purtroppo, il progetto si rivelò un completo fallimento con gravi conseguenze ambientali.
I coralli non colonizzarono le nuove “scogliere” artificiali e gli organismi marini, come i paguri eremita, rimanevano intrappolati nei copertoni e morivano al loro interno. Gli pneumatici diventavano trappole mortali perenni perché paguri, sentendo l’odore di altri paguri morti, andavano a cercare le loro conchiglie, per eventualmente cambiare la propria con quelle liberate dagli occupanti.
La Francia fu la prima nazione ad avviare un programma di rimozione degli pneumatici dai fondali della Costa Azzurra, sostenendo costi notevoli per mitigare l’impatto ambientale di questa iniziativa fallimentare.
Il drago nel salotto
Opera di Nicolas Vavassori, si trova in Via Italo Barbieri a Padenghe sul Garda.
Il drago nasce dai mobili dimenticati in garage e soffitte dopo un trasloco. Mobili che si sentono ancora utili ma indesiderati e che a un certo punto prendono forma di drago. Questa installazione porta a riflettere sullo stile di consumo e sui costi ambientali dello smaltimento di oggetti che hanno ancora una possibilità d’uso.
Nei sei Centri di Raccolta di Garda Uno sono stati recuperati più di 5mila oggetti solo nel 2022. I cittadini lasciano a disposizione della società i loro beni non più in uso. Alcune cooperative provvedono a sistemarli (lavarli, pulirli, aggiustarli…) e poi li rendono di nuovo disponibili al pubblico presso i centri SPIGO e Spigolandia. Questi ultimi sono i negozi dell’usato di Rete CAUTO, la rete di cooperative sociali che trasforma le opportunità dell’Ambiente in percorsi di inserimento lavorativo per persone fragili.
Insomma, direi che possiamo essere contenti dell’apparizione dei due nuovi draghi del Garda, che dite?