La legimanzia permette di guardare nella mente di un’altra persona e leggerne i pensieri. I maghi bravi riescono a far emergere ricordi ben ordinati. I meno bravi percepiscono un groviglio di suoni, odori, emozioni e immagini che si accavallano in rapida successione. Entrare nei grovigli dei pensieri altrui non è per niente facile, per questo molti usano degli strumenti per facilitarsi il lavoro.
Riconoscere inconsciamente le figure astratte
Questa antichissima bacchetta serviva per far venire a galla i pensieri più profondi dalla mente di un mago o di una strega. Erano molto usate prima dell’invenzione delle bacinelle svuota pensieri. Il funzionamento della bacchetta per legimanzia è semplice e non richiede incantesimi, basta osservare attentamente la forma delle gallerie e dire a che cosa assomigliano.
Il meccanismo è analogo al test con le macchie di Rorschach, dove il paziente deve raccontare all’analista quello che forme e colori gli suggeriscono. Queste associazioni di idee danno voce ai pensieri irrazionali e permettono di tratteggiare la personalità e i problemi del paziente.
La legimanzia con bacchetta richiede consenso
Chi cerca di leggere la mente può avere davanti una persona consenziente, o no. Ovviamente noi non trattiamo i casi di forzatura, riservati agli interrogatori di polizia, ma solo le collaborazioni tra maghi amici o tra medico e paziente. In questi casi, entrambe le parti concordano lo scopo e la durata della legimanzia. Può essere utile, per esempio, se una strega non riesce a ricordare dove ha parcheggiato la scopa o quali ingredienti ha messo in una pozione sperimentale che poi è esplosa.
Le gallerie sono state scavate dalle larve di diversi insetti xilofagi. La femmina ha aperto la galleria iniziale e vi ha deposto le uova. Le larve si sono poi mangiate la strada nel legno, allontanandosi dal punto in cui sono uscite dall’uovo. La galleria finisce quando la larva si impupa, fa metamorfosi, diventa adulta ed esce in cerca di un compagno.