Ho scritto con chatGPT la prima bozza di molti racconti contenuti nella raccolta In cerca di draghi – Fiabe e leggende del nord Italia. In moltissime fiabe italiane ci sono strutture e frasi ricorrenti. Le fiabe sono un genere molto formulare e quindi uno strumento addestrato su materiale omogeneo che restituisce risultati simili mi è stato utile come base. Lo scopo della raccolta è documentare il patrimonio esistente restando fedele alle fonti. Ho raccolto le leggende per metterle a disposizione di altri scrittori che potranno adottare stili narrativi di loro gusto.
Il racconto del drago di Osoppo contenuto nell’antologia In cerca di draghi è a disposizione sul sito di Eterea Edizioni per chi volesse farsi un’idea del contenuto della raccolta. Qui vi mostro le varie fasi di scrittura, partendo dai prompt dati a chatGPT per generare la prima stesura.
Elementi di partenza
Leggenda originale: eremita scaccia il drago
Luogo: Collina di Osoppo, un tempo era un lago, poi il fiume Tagliamento cambiò corso.
Gancio storico: la chiesa di Osoppo era dedicata a Silvestro (sauroctono) e poi venne ridedicata a Rocco (patrono degli appestati)
Drago: anfibio a sette teste
Problema interno dell’eroe: lutto non elaborato
Problema relazionale: rabbia, isolamento, rifiuto del legame sociale
Simbolo: il camino in cui si preparano i pasti
Scheletro per chatGPT
Scena 1) L’eremita siede davanti al camino, spento, a fissare le ceneri fredde. Bussano alla porta e l’eremita non risponde. Entra un uomo, chiede aiuto per conto del villaggio. Hanno il problema del drago che mangia il bestiame e diffonde la peste col suo alito. L’eremita rifiuta di aiutare, chiede di essere lasciato solo. Il contadino supplica, racconta dei suoi figli malati di stenti. L’eremita ha uno scoppio di rabbia ricordando la sua famiglia morta senza che lui potesse far nulla.
Scena 2) L’eremita sogna san Silvestro, domatore di draghi, e chiede il suo aiuto. Il santo rifiuta usando le stesse parole dell’eremita. Sveglio nel cuor della notte, l’eremita esce di casa, guarda verso il villaggio e vede il drago emergere dalle acque scure, inseguire e mangiare le pecore. Gli abitanti fuggono terrorizzati.
Scena 3) Il mattino dopo l’eremita prende il suo bastone e scende al villaggio. Si scusa per lo scatto d’ira, si dispiace per le perdite. Gli abitanti gli offrono da mangiare, togliendosi dalle ciotole ognuno qualcosa per darne anche a lui. Assaggiando il cibo caldo, l’eremita ricorda le zuppe della moglie morta e finalmente riesce a piangerla. Viene consolato dagli abitanti.
Scena 4) L’eremita suggerisce di invocare un santo diverso, visto che san Silvestro non li sta proteggendo dal drago, propone san Rocco, patrono degli appestati.
Scena 5) Dopo la preghiera, l’eremita propone di cambiare approccio e combattere il drago dandogli in abbondanza ciò che vuole.
Scena 6) Il drago esce di notte, trova 7 pecore legate in riva al lago, ogni testa ne afferra una, le inghiottono contemporaneamente e il drago soffoca quando le 7 pecore raggiungono la base dei 7 colli. La gente esulta.
Scena 7) L’eremita torna nella sua capanna, riempie la dispensa con il cibo che gli hanno donato e riaccende il fuoco nel camino.
Esempio di lavorazione: prompt > versione di chatGPT > versione editata
Prompt:
ChatGPT:
Editato:
Siedo solitario accanto al camino, la brace ormai spenta mi guarda con occhi senza fuoco. Un suono familiare risuona all’esterno, ma decido di ignorarlo, preferendo il silenzio che mi circonda. La porta viene aperta con decisione e un uomo entra, portando con sé l’odore di bestiame e la disperazione.
«Eremita, ti prego, abbiamo bisogno del tuo aiuto! Un drago sta flagellando il nostro villaggio, divorando le nostre bestie e diffondendo la peste con il suo terribile alito!»
Io, senza alzare lo sguardo, scuoto la testa. «Lasciami in pace. Non posso fare nulla per voi.»
L’uomo si inginocchia, implorante. «Ti prego, i miei figli soffrono di stenti. Abbiamo bisogno di qualcuno che possa combattere questa minaccia.»
Uno scoppio di rabbia mi attraversa, i ricordi dolorosi emergono dal profondo. «Non hai idea di cosa significhi perdere coloro che ami, di essere tormentato dalla colpa di non essere riuscito a proteggerli. Lasciatemi in pace.»
Il mio camino è spento da anni ma lo fisso lo stesso per lunghe ore, fino a che la luce che filtra dalla finestra non si affievolisce nel cuore della notte. Le ceneri sono fredde e immobili. Bussano alla porta. Ignoro i colpi e spero che il visitatore se ne vada.
Stasera, purtroppo, non sono fortunato. La porta si apre e un uomo si fa strada nella mia dimora buia. Porta con sé odore di bestiame. Ha il respiro corto per la salita, non osa toccare le sedie vuote, tutte girate verso il camino spento. Prende fiato e si china verso di me. «Perdonami, sono qui a implorare il tuo aiuto. Un drago flagella il villaggio, divora le nostre bestie e diffonde la peste con il suo terribile alito. Si nasconde nelle acque. Aiutaci, eremita, tu che digiuni sempre e per questo sarai nella grazia di Dio!»
Io scuoto la testa. Lui insiste, si inginocchia, tende le braccia fino a sfiorarmi le gambe, «Ti prego, i miei figli soffrono di stenti…»
Figli? Il sangue mi ribolle nelle vene, scatto in piedi e gli urlo «Non parlarmi di figli! Vattene! Che razza di padre sei? Se qui è pericoloso vivere, porta via la tua famiglia, fuggi il più lontano possibile e fallo in fretta!»
Lui sobbalza, si rimette in piedi tremando e balbetta due parole di scusa mentre indietreggia verso la porta. Gli sbatto l’anta in faccia e chiudo il catenaccio.
Il racconto finito è disponibile nel blog di Eterea Edizioni. Ho scritto con chatGPT la prima stesura, poi ho cambiato il 90% delle frasi. Per me è più facile correggere un testo che scriverne da zero uno. Potete constatare quanto il racconto sia cambiato dalla prima stesura a quella andata in stampa.