La draghessa di Albenga

Il colubre di san Verano. Immagine generata da Dall-ELa draghessa di Albenga detestava stare da sola. Desiderava la compagnia dei suoi simili, i colubri della Costa Azzurra, draghi d’acqua salmastra che gradivano alternare un bagno in mare con uno nel fiume. In particolare, voleva che qualcuno l’aiutasse a tener d’occhio la cucciolata.

I piccoli, appena usciti dall’uovo, avevano iniziato a nuotare ovunque. Si infilavano tra le alghe, sollevavano il fango dal fondale e scappavano da tutte le parti. Cent’occhi non sarebbero bastati per controllare che non si facessero male infilando la testa in una vecchia rete da pesca abbandonata o si strozzassero mangiando un pezzo di stoffa, scambiandolo per una morbida medusa.
C’era un sacco di gente lungo il corso del fiume Centa e i posti dove tenere a sguazzare i piccoli al sicuro erano diventati pochi.

La draghessa aveva lavorato molto per coltivare le paludi costiere in cui le barche dei pescatori faticavano a entrare. C’erano, però, dei tratti dove la corrente era forte e le piante non riuscivano a crescere. Da lì entravano gli uomini e da lì venne anche Verano di Cavillon, lo scacciadraghi più molesto che la riviera ricordi.

La draghessa di Albenga. Immagine generata da Dall-EVerano non era abbastanza forte da ferirla o ucciderla, fu però abbastanza molesto da scacciarla dal suo territorio. La draghessa di Albenga si rifugiò nelle montagne dell’entroterra. Scelse un posto così ripido che ci si poteva arrivare solo in volo. Lì i suoi cuccioli crebbero al sicuro e divennero grandi e forti.

Verano non si limitò ad Albenga. È molto famoso per aver riservato lo stesso trattamento anche al gigantesco colubre di Fonte di Valchiusa. Questa povera bestia nuotava nelle chiare, fresche et dolci acque del fiume Sorgue, in Francia. Il posto che si era scelta la draghessa di Valchiusa era davvero bello, infatti Petrarca lo cita grondando ammirazione nel suo canzoniere.
Mi infastidisce assai non avere la descrizione di Petrarca di un drago anfibio solo perché un santo di passaggio lo ha scacciato da lì.

 

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