Mirra: fanciulla sfortunata e resina aromatica

Grani di mirraAttraverso i tortuosi vicoli del suk, un’atmosfera carica di profumi avvolgeva i passanti. Era il mio regno, il regno delle spezie, e io, un mercante abile nell’arte della persuasione, ne ero il sovrano indiscusso. Scelsi un cliente e mi avvicinai deciso a tessere un racconto che gli avrebbe fatto danzare i sensi e che, ovviamente, avrebbe moltiplicato il prezzo della mirra che gli avrei offerto.

“Buon signore, vi racconterò la storia di Mirra, una leggenda antica che si intreccia con il profumo stesso che potete liberare stringendo questi grani aromatici tra le vostre dita”, iniziai porgendogli la resina da annusare. “Mirra, figlia del re di Cipro, viveva in una tranquilla reggia adornata da giardini in fiore, resi ancora più incantevoli dai canti degli uccelli e il dolce mormorio delle fontane.”
Il cliente sorrise, attento a ogni parola che usciva dalle mie labbra, e io proseguii col racconto. “Ma Mirra, nella sua giovinezza sfolgorante, commise un grave peccato. Ella, con il cuore leggero della giovinezza, spesso dimenticava di onorare la dea Afrodite nel tempio sacro. Furiosa, Afrodite lanciò sulla ragazza un incantesimo implacabile, un sortilegio che avrebbe spezzato ogni armonia nella sua vita. La dea dell’amore piantò nel cuore della ragazza una impudica passione per il suo stesso padre.” Il cliente sobbalzò turbato, ma non si allontanò.

Continuai abbassando la voce per farlo avvicinare ancora di più mentre arrivavo alla parte meno pudica della storia “Ogni notte Mirra piangeva disperata, le sue lacrime le bagnavano le guance come gocce d’argento su cui si rifletteva la luce lunare. Fu allora che la sua nutrice, compassionevole e furba, si avvicinò a lei, le carezzò i capelli e se la strinse al petto. Con dolcezza e segretezza, le suggerì un’ardita soluzione per soddisfare quella passione inestinguibile.”

Spezie e aromiIl cliente si portò i grani di mirra al naso, senza staccarmi gli occhi di dosso, mentre continuavo il mio racconto con fervore. “Le matrone della città, signore, si dedicavano alle feste di Cibele, la grande madre degli dei, sospendendo per alcuni giorni i loro doveri coniugali. Era di quei momenti che Mirra avrebbe potuto approfittare. Attraversando la notte, velata nell’ombra, ella si introdusse nella camera del re.”
Mi fermai per un attimo, lasciando che il mio cliente si godesse la scena che la sua mente gli stava suggerendo.

“Il soffio del vento notturno carezzava le cortine di seta che separavano la stanza del re dal mondo esterno. Il respiro affannato di Mirra si confondeva con il sussurro delle foglie agitate, mentre lei si avvicinava al letto regale, togliendosi uno dopo l’altro gli abiti. Il legno intarsiato scricchiolò appena quando la fanciulla si sedette sul bordo del letto.”
Vidi il mio cliente chiudere gli occhi e sistemarsi la veste in leggero imbarazzo, mi fregai le mani e proseguii il racconto.

“Quando finalmente sollevò il lenzuolo e sentì il calore del corpo del padre, Mirra tremava di eccitazione. Quelle che seguirono furono ore di peccato e desiderio incontenibile. Per poche notti riuscì a tenere segreta la sua identità, ma alla fine il re volle vedere il volto della sua amante e quando scoprì che cosa era successo, si infuriò!
Mirra, colta dalla vergogna e dal rimorso, fuggì di corsa, lontano da quella dimora che era diventata teatro di segreti inconfessabili.”
Il cliente lanciò un paio di occhiate tutt’attorno per sincerarsi che la storia che gli stavo raccontando fosse ancora un fatto privato tra noi due soli. Io allargai il mio mantello per creare un ambiente ancora più raccolto dove terminare il mio racconto. Un ambiente in cui il profumo della mia essenza si sarebbe per sempre legato al ricordo delle grazie della bella e sfortunata fanciulla.

“Mirra si rivolse agli dei, implorando pietà per la sua colpa, sentendosi inadeguata a vivere e anche a morire. Gli dei la trasformarono in un albero spinoso, un albero che avrebbe pianto per sempre un’essenza profumata, la mirra. Le sue lacrime si trasformarono in resina preziosa, che fluiva lentamente dalle sue ferite. Questo profumo è tutto quello che ci resta della sua bellezza.”

Lasciai che un altro momento di silenzio aleggiasse tra noi mentre il mio cliente assaporava il finale di questa tragedia mitologica. Potevo vedere che l’emozione aveva messo radici in lui, mancava ormai solo la conclusione, il momento in cui decideva di portarsi a casa un po’ del mio prodotto per poter rivivere quelle sensazioni in privato.

“È così, buon signore, che la mirra, preziosa e struggente, racchiude in sé il ricordo di un amore intenso e irresistibile. Ora capite il vero valore di questa essenza, il suo potere di evocare le emozioni più profonde arriva fino a solleticare le narici dei re. Immaginatevi nella vostra dimora, o nelle vostre stanze mentre siete in viaggio. Immaginatevi avvolto dal profumo di questa fanciulla in fiore. Quanta ne volete?”

Il cliente sorrise mentre infilava la mano nel borsello. Si stava portando a casa il profumo della lussuria.


Racconto questa e altre curiosità durante le conferenze e le animazioni che offro al pubblico.
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Questo articolo contiene brani suggeriti da chatGPT.

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