I draghi coreani si chiamano imoogi e sono generalmente creature benevole. Sono associate all’acqua, vivono in fiumi, laghi e anche nell’oceano. Sono in grado di spostare le nubi e portare la pioggia sui campi assetati. Hanno buoni rapporti con le persone e possono comunicare con gli esseri umani.
Gli imoogi con quattro dita nelle zampe possono maneggiare gli oggetti agilmente e sono considerati superiori a quelli dotati di sole tre dita. L’avere un dito opponibile permette loro di trasportare la sfera, yeouiju. Questa sfera è un gioiello con la proprietà di esaudire i desideri. È la pietra Chintamani presente sia nella tradizione indù che in quella buddista, la vediamo rappresentata come una grande perla splendente. La magia della pietra si manifesta attraverso la sapienza e la compassione del suo proprietario. Costui ne fa un uso generoso con il prossimo e ne allevia le sofferenze.
I draghi coreani pare non nascano già draghi. Ogni drago inizia la sua esistenza in una forma di vita inferiore come un serpente, un organismo acquatico (una carpa) o un uomo (un imperatore). Se questa creatura, durante la sua vita, compie azioni straordinarie e meritevoli, allora può diventare drago. Nel caso delle carpe, esse devono oltrepassare una cascata per diventare un drago.
È possibile diventare draghi raccogliendo la saggezza contenuta in un yeouiju “caduto dal cielo”. Quando un imoogi ha accumulato abbastanza esperienza, diventa un vero drago, cioè uno yong.
Nel film di animazione cinese Il drago dei desideri possiamo assistere al viaggio di trasformazione di un lung capace di realizzare desideri. Scopriamo presto che, in questo caso, l’essere diventato un drago dei desideri è una punizione e la via della redenzione sarà lunga.
Da lontano e senza poter rivolgere loro qualche domanda, l’unico modo di distinguere gli imoogi coreani dai lung cinesi o giapponesi è la lunghezza della barba degli esemplari più anziani.