Le chiappe fumanti dello gnomo dell’Erno

Lo gnomo dell'Erno coni pantaloni bruciacchiati. Immagine generata da Dall-E“Perché non li butti via?” chiese lo gnomo di caverna allo gnomo dell’Erno allungando verso di lui un paio di pantaloni bruciacchiati con aria dubbiosa.
“Li tengo per non dimenticarmi di chi si è fatto terra bruciata attorno.” rispose mestamente l’interrogato.

Andrea non portava vestivi. Gli gnomi di caverna non ne hanno bisogno: il loro pelo li protegge efficacemente dal freddo, dall’acqua e soprattutto dalle fiammate dei draghi. Per gli gnomi dei boschi le cose stavano diversamente. Amavano i vestiti e non potevano farne a meno: erano degli gnomi evoluti e civilizzati, loro.

Andrea sollevò i pantaloni e sbirciò attraverso il foro dagli orli carbonizzati. “Se dentro questi pantaloni c’erano le tue chiappe, amico mio, non credo che il ricordo possa svanire facilmente. A giudicare dalla bruciatura ti dovresti essere cotto i prosciutti ben bene. Ti devi essere avvicinato un po’ troppo al fuoco. Ti eri addormentato leggendo romanzi dando le spalle al focolare?”

La mano dello gnomo dell’Erno scese a massaggiarsi il fondoschiena mentre rispondeva “No, ero sveglio di corpo ma non di testa quando mi sono bruciato. Ero andato a trovare una ragazza. Ero cotto di lei in senso astratto, lei ha provveduto a concretizzare la nostra relazione, cuocendomi alla piastra.” Il volto di Andrea si contrasse in una smorfia di dolore “Oh Santa Madre Roccia! Che cosa le avevi fatto per spingerla a tanto?”

Lo gnomo dell’Erno chiuse gli occhi, forse per ricordare meglio, forse per trattenere una lacrima. “Nulla, a parte passare notti intere a tenerle compagnia. Parlavamo, ridevamo, le ho pure insegnato come stagionare il formaggio.” Andrea inclinò la testa da un lato “Non le hai mai nascosto degli oggetti? Annodato i capelli mentre dormiva? Sai, i folletti del Vevera si sono scottati le chiappe su un sedile arroventato perché un contadino non ne poteva più dei loro scherzi.”

Lo gnomo dell’Erno scosse le spalle “Mi sorrideva quando arrivavo e si rattristava quando la lasciavo, prima dell’alba. Poi, una sera, mi ha preparato lo scherzetto che sai. Da allora non le ho più parlato.” “Hai fatto bene. Coraggio, amico mio. Coraggio.” commentò Andrea mettendogli un braccio sulle spalle, poi aggiunse “Donne. Chi le capisce è bravo.” e i due uscirono, lasciando un paio di pantaloni bruciati pendere dallo schienale di una sedia.

Un commento:

  1. LA FIABA DELLO GNOMO DELLA VALLE DELL’ ERNO E’ UN PO’ DIVERSA. LA MIA VERSIONE E’ STATA RACCOLTA DURANTE UN PROGETTO ALLA SCUOLA MEDIA, PROGETTO IN CUI GLI STUDENTI AVEVANO AVUTO L’INCARICO DI CERCARE E RACCOGLIERE A MEZZO INTERVISTA DI PERSONE ANZIANE VECCHIE STORIE, FIABE E RACCONTI DELLA LORO INFANZIA PER POI REALIZZARE UN ” CICLOSTILE ” CHE LE RACCOGLIESSE.
    PARLIAMO DI QUASI 50 ANNI FA ………….MA VENIAMO ALLA FIABA:

    NELLA VALLE DELL’ ERNO, UN PICCOLO TORRENTE CHE SFOCIA NEL LAGO MAGGIORE VIVEVA UNO GNOMO SCHIVO E BRUTTO DI ASPETTO E COME TALE VENIVA DERISO DA TUTTE LE PERSONE CHE INCONTRAVA . PER QUESTO MOTIVO VIVEVA ISOLATO DAL MONDO E DALLA SUA CATTIVERIA.
    UNA RAGAZZINA PERO’ NON BADANDO AL SUA ASPETTO SI ERA AFFEZIONATA ALLO GNOMO LASCIANDOLO AVVICINARE ALLA SUA CASETTA E OFFRENDOGLI OSPITALITA’ CON LE POCHE COSE CHE AVEVA.
    LO GNOMO RICAMBIAVA QUESTA AMICIZIA INSEGNANDO ALLA RAGAZZA LE SUE CONOSCENZE E QUINDI TRA LE ALTRE COSE LE INSEGNO’ A PRODURRE IL BURRO E SUCCESSIVAMENTE IL FORMAGGIO .
    QUANDO IN PAESE VENNERO A SAPERE DI QUESTA AMICIZIA INCOMINCIARONO A DERIDERE LA RAGAZZA CHE PIANGENDO DECISE DI NON VEDERE PIU’ LO GNOMO .
    NON SAPENDO COME FARE A ROMPERE L’ AMICIZIA MISE LA PIETRA SULLA QUALE LO GNOMO ERA SOLITO SEDERSI SUL FOCOLAIO. POCO PRIMA DEL SUO ARRIVO LA RIMISE AL SUO POSTO E QUANDO LO GNOMO SI ACCOMODO’ EBBE LA SGRADITA SORPRESA E CAPI’ DI NON ESSERE PIU’ GRADITO E
    USCENDO DALLA PORTA DISSE ALLA RAGAZZA CHE QUELLA SERA LE AVREBBE SPIEGATO COME SI POTEVA OTTENERE LA LANA DAL LATTE.
    PER CUI LA RAGAZZA HA IMPARATO COME SI PUO’ OTTENERE DAL LATTE IL BURRO, IL FORMAGGIO MA NON SAPRA’ MAI COME OTTENERE LA LANA .

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