Hakuryu – il drago che fa cantare le nuvole

Hakuryu - il satellite drago che osserva le nuvoleNel folklore giapponese, Hakuryu, il drago bianco, vola tra le nuvole portando la pioggia benefica alla fine della siccità. È uno spirito sacro dell’acqua, venerato nei templi e invocato dai contadini. Oggi, quel drago riappare in orbita, sotto forma di satellite: Hakuryu, il nuovo progetto congiunto tra ESA (European Space Agency) e JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency). Questo drago tecnologico sorvola la Terra con la sua lunga coda di pannelli solari per osservare le nuvole. Ma non solo: le ascolta e ci invita ad ascoltarle con lui.

Hakuryu può guardare le nuvole occhi più potenti e penetranti dei nostri. Ci aiuterà a capirne il loro ruolo nel riflettere la radiazione solare, nel mantenere in equilibrio la temperatura terrestre e nel distribuire l’umidità. Come il drago bianco portava pioggia buona, così Hakuryu ci aiuterà a capire come le nuvole influenzino la vita sul pianeta.

Come si studiano le nuvole?

A bordo del satellite troviamo quattro strumenti:

ATLID, un lidar ultravioletto che misura l’altezza degli aerosol e la sommità delle nuvole.
CPR, un radar millimetrico capace di penetrare l’interno delle nuvole e studiarne il profilo verticale.
BBR, tre telescopi che guardano avanti, di sotto e indietro per valutare quanta radiazione solare viene riflessa dalla Terra.
MSI, una fotocamera multispettrale che osserva la superficie terrestre e le nubi e aiuta nella calibrazione degli altri strumenti.

Insieme, questi sensori non raccolgono solo numeri. Il satellite trasforma oltre trenta tipologie di dati in paesaggi sonori, grazie alla sonificazione. Pioggia, fumo, polvere, vapore acqueo diventano suoni ambientali, cori digitali, musica atmosferica. In un’esperienza unica, Hakuryu canta alla Terra – con voci di scienziati, artisti e persone colpite direttamente dai cambiamenti climatici. Il filmato mostra un’intera orbita di Hakuryu attorno alla Terra ed è proiettato per tutta la settimana, dal 23 al 27 giugno 2025, come installazione immersiva al Living Planet Symposium di ESA a Vienna.

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