Dove si può studiare dragologia?

Itinera alpinaSi può studiare dragologia all’università?
Certo, lo si fa da secoli. Ecco alcuni esempi:

  • I draghi avevano una trattazione a loro riservata in Serpentum et Draconum historiae libri duo su cui studiavano gli studenti di Ulisse Aldrovandi, professore all’Università di Bologna alla fine del 1500.
  • Sir Isaac Netwon pagò di tasca sua le litografie degli Itinera Alpina, il compendio delle osservazioni naturalistiche di Scheuchzer, scritto in latino e pubblicato a Londra nel 1708, in cui compaiono le descrizioni dei draghi svizzeri.
  • Negli annali della Scuola Normale Superiore di Pisa si legge l’evoluzione iconografica dei santi sauroctoni, pubblicata nel 2015 a firma di Teodoro De Giorgio.

Ovviamente l’approccio metodologico è cambiato parecchio nel corso del tempo, così come l’assunto di fondo sull’esistenza dei draghi. Un tempo gli autori antichi cercavano di documentare le abitudini alimentari, gli habitat e l’aspetto dei draghi, considerati animali realmente esistenti, basandosi su resoconti di “avvistamenti” tramandati oralmente. I draghi erano argomento di studio nell’ambito della zoologia e della geografia.
Oggi si cercano i significati simbolici e si pone più attenzione al contesto storico in cui le leggende coi draghi hanno avuto origine. La dragologia odierna è materia per storici dell’arte, archeologi e sociologi.
A questi studiosi teorici si affiancano gli esperti di dragologia applicata alle narrazioni pop (cinema, romanzi, videogiochi), dove il drago non ha più la funzione rituale assolta in passato ma deve intrattenere il pubblico.

I draghi nella cultura pop

Draghi di Casa TargaryenI draghi pop rispondono a canoni culturali: devono cioè assomigliare all’idea di drago che abbiamo nell’immaginario collettivo. Devono, ovviamente, anche distinguersi da prodotti simili. Una storia di successo con un drago pop deve trovare l’equilibrio tra originalità e fedeltà a un modello. I draghi pop devono anche assolvere una funzione commerciale, essere cioè desiderabili come oggetti di merchandising. I vincoli in questo caso sono tecnici (postura e appoggio sulla superficie espositiva, materiali e costi di produzione, maneggevolezza e user experience…).

Studiare dragologia, oggi, non è banale.
Per chiacchierarne con gli amici, divertendosi, basta ovviamente guardare qualche film e leggere qualche libro. Per produrre nuove storie che includano un drago, occorre qualcosa di più. Il migliore approccio, a mio avviso, è mescolare competenze specifiche con interessi personali. Consiglio quindi di cercare i punti di contatto tra le materie di cui l’aspirante dragologo è già competente e gli aspetti della dragologia in cui quelle competenze non sono ancora state applicate. Il contributo originale di questi nuovi esperti farà progredire la materia, espandendola in ambiti non ancora sfiorati.

 

 

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