La bandiera di San Giorgio è diventata protagonista di leggende metropolitane molto note. In una di queste sono incappata anche io e ci sono cascata in pieno. A pagina 28 del mio saggio sulle migrazioni dei draghi scrivo, erroneamente, che la marina inglese chiese a Genova di poter utilizzare la sua bandiera e che i genovesi accettarono, chiedendo però un pagamento. Non è vero. È una bufala e con questo post correggo il mio errore.
Il sindaco di Genova Marco Bucci, nel 2018, fece scalpore con una grande operazione di marketing, cioè “chiese alla regina gli arretrati dell’affitto della croce di San Giorgio“. La notizia rimbalzò a lungo sulla stampa ed era così curiosa che mi rimase impressa.
L’origine della bufala sulla bandiera di san Giorgio
Sembra che siano stati proprio gli inglesi a mettere in giro questa storia, all’Expo di Genova del 1992 che celebrava i 500 anni di Cristoforo Colombo. In quella occasione, nel padiglione britannico, la storia dell’adozione della bandiera di san Giorgio compariva nei testi usati per cementare le relazioni tra Genova e il Regno Unito. L’origine dell’errore sarebbe, secondo lo storico genovese Giacomo Montanari, nei “Castigatissimi Annali di Genova” del vescovo Agostino Giustiniani, pubblicati nel Cinquecento. Gli annali avevano lo scopo politico di creare consenso verso la Repubblica di Genova, non di documentare fatti realmente accaduti. Sono quindi propaganda da prendere con le pinze.
Negli annali di Genova il vexillum Sancti Georgii compare per la prima volta nel 1198 e ci si vede san Giorgio intento ad uccide il drago. Sapevamo già che si tratta del drago di san Teodoro, ora possiamo aggiungere che anche la bandiera bianca con la croce rossa apparteneva a un altro santo. San Pietro, per l’esattezza. La bandiera era assegnata dal papato ai crociati.
Insomma, dopo aver scoperto anche questo dettaglio, ora dubito anche sull’origine del cavallo di san Giorgio. Era davvero suo o lo ha preso in prestito da un altro santo? Indagherò e vi farò sapere!