L’uovo di Ashwinder è tondo, sferico, non appuntito da un lato come quello degli uccelli o dei draghi. Questa creatura magica, infatti, è più simile a un serpente che a una bestia con la testa grossa e anche le sue uova, quindi, non hanno bisogno di avere una parte più ampia.
Il ciclo vitale dell’Ashwinder è composto da due fasi, separate da fuoco e fiamme. L’uovo, di colore rosso intenso e molto, molto caldo, per schiudersi ha bisogno di trovarsi in un ambiente ardente ed è in grado di innescare un incendio in pochi minuti. Probabilmente, ma qui i magizoologi del Ministero della Magia fanno ancora ipotesi non verificate, dalle uova nascono sia ashwinder maschi che femmine. Questi si disperderanno e andranno ad accoppiarsi preferibilmente con individui di altre covate (insomma, con ashwinder che non siano loro fratelli o sorelle). Come siano i rituali di corteggiamento, in che stagione avvengano e, soprattutto, che cosa ne derivi… ecco… nessuno per adesso lo sa.
Quello che sappiamo è che il tutto deve finire per forza in cenere. Dalla cenere, infatti, possono rinascere altri Ashwinder. Le condizioni per la comparsa degli individui adulti, serpentelli color verde pallido con intensi occhi rossi, sono due: deve esserci un fuoco acceso e a questo fuoco deve essere aggiunto qualcosa di magico. Capita quando qualche goccia di pozione schizza fuori dal calderone durante una preparazione. Pare sia capitato anche quando una bacchetta prese fuoco per colpa di una bombarda maxima mal pronunciata che ha fatto esplodere in canna l’incantesimo.
L’individuo adulto che viene generato dal fuoco magico non ha bisogno di accoppiarsi, può già deporre delle uova (partenogenesi deuterotoca). All’interno dell’uovo il piccolo Ashwinder cresce fino a quando è abbastanza forte da scatenare il suo primo incendio, pronto a ricominciare il ciclo.
Per quelli che come me si sono chiesti che rapporto ci sia tra la riproduzione degli ashwinder e quella della fenice (che depone un uovo alla fine di un ciclo vitale e rinasce dalle proprie ceneri) posso dire che secondo me i due hanno avuto un antenato in comune, parallelamente a quello che è successo per gli attuali rettili e gli attuali uccelli. La partenogenesi della fenice, a differenza di quella dell’Ashwinder, è obbligata. In parole povere, la fenice non conoscerà mai più l’amore. Ecco perché nella preparazione dell’amortentia si usano uova di ashwinder e non di fenice… 😉