Nelle miniature dei bestiari medievali ci sono molti piccoli draghi.
Quello che vedete qui a fianco viene dal Bestiario di Aberdeen e il drago ha grossomodo le dimensioni di uno struzzo. Lo vedete con le zampe ancora sulla pianta sulla quale si era appollaiato. Ha la testa a terra e la punta della coda infilata in un orecchio perché cerca di tapparsi le orecchie. Non vuole ascoltare gli ordini che l’uomo gli impartisce. Non ha però zampe e dita lunghe abbastanza da arrivare fino alla testa, quindi schiaccia un orecchio al suolo e si chiude l’altro con la punta della coda.
Le dimensioni delle nostre creature fantastiche preferite sono cambiate nel corso del tempo. Oggi siamo abituati a immaginare i draghi adulti come grandi rettili volanti, enormi bestie cavalcabili. Nel Medioevo il drago era generalmente più piccolo e anche nei quadri o negli affreschi non supera le dimensioni di un cinghiale.
Abbiamo molti dipinti che mostrano un cavaliere nel momento di infliggere l’ultimo colpo a una bestia ferita. Il pubblico di tali opere era pratico di caccia e di cavalleria. Sapeva benissimo valutare la dimensione massima di una preda perché la caccia faceva parte della vita quotidiana della maggior parte dei nobili.
Gli scontri sono quasi sempre raccontati dal punto di vista del vincitore. Non abbiamo opere in cui il drago vince perché in quei casi spesso non ci sono testimoni che possano raccontare i fatti. Inoltre, la vergogna della sconfitta è un ricordo sgradevole anche per i superstiti. Nessun nobile pagherebbe un pittore per immortalare il ricordo di un fallimento!
I mostri delle saghe medievali sono piccoli draghi rispetto a quelli dei nostri film, ma devono comunque essere cattivi e pericolosi. Gli si devono attribuire forza e malizia e queste caratteristiche devono essere facilmente riconoscibili. Ecco che il drago del bestiario di Aberdeen sputa fuoco, mentre altri hanno la barba. Vi ricordo che il drago era una creatura notoriamente rara, ma esistente, per questo trovava posto nei bestiari!
Oggi le storie che parlano di draghi sono lette come opere di pura fantasia e i lettori hanno perso familiarità con la caccia. Nessuno si stupisce che un eroe faccia cose che un uomo del passato avrebbe ritenuto impossibili come abbattere da solo bestie enormi o cavalcare per tutto il giorno.