Apalala, il Naga convertito da Buddha

Apalala a colloquio con Buddha. Immagine generata da Dall-EApalala era un potente re dei Naga, i serpenti semidivini capaci di governare le acque.
Era di colore verde, con una lunga e forte coda, e viveva nel fiume Swat, che si alimenta dai ghiacciai perenni dell’Hindu Kush.

Sotto il suo comando, i Naga portavano piogge benefiche e i fiumi scorrevano limpidi nei loro argini. Apalala riceveva i ringraziamenti della gente che, grazie a loro, poteva nutrirsi dei frutti della terra e vivere serenamente. I Naga del sud est asiatico gradiscono celebrazioni costanti per elargire i propri doni. Quando queste vennero a mancare, Apalala non la prese bene. Prima si rattristò molto, poi si vendicò.
I servizi ecosistemici forniti dai Naga divennero irregolari. Una serie di alluvioni devastò i campi, le popolazioni soffrirono la fame e la povertà. Il rapporto di collaborazione tra contadini e Naga si era interrotto ed entrambe le parti ne soffrivano.
La disgrazia terminò grazie all’intervento del Buddha in persona, che chiese ad Apalala le ragioni del suo disagio.
Il desiderio per ciò che non si può avere è una delle radici della sofferenza dei viventi. Il re dei Naga, stufo di soffrire, scelse di convertirsi e abbracciò la predicazione buddista. La sua serenità si manifestò nel mondo in forma di buon governo delle piogge e regolare scorrimento dei corsi d’acqua.

Il territorio e le sue leggende

Questa storia è stata indagata dalla Missione Archeologica Italiana in Pakistan e potrebbe riferirsi a opere di regimazione delle acque torrentizie da parte di comunità di monaci. Lo stesso identico modello di memoria collettiva, con un drago a provocare disastri idrologici e una figura religiosa che miracolosamente lo doma, che abbiamo noi in Italia con le bonifiche eseguite dai benedettini.

Maggiori dettagli su questa storia saranno disponibili a partire da marzo 2025, quando terminerà l’embargo su La conversione del Naga Apalala. Complessi buddhisti e controllo delle acque nella Valle dello Swat (Pakistan) di Luca Maria Olivieri.


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