Le pastinache assomigliano, nella forma, a delle carote bianche. Sono piante biennali, il che significa che il loro ciclo di vita dura due anni. Nel primo anno crescono facendo parecchie foglie e accumulano riserve nella radice, poi lasciano che le foglie secchino per sopravvivere all’inverno con le loro parti sotterranee. Nella primavera del secondo anno, usano le riserve accumulate nella radice per far spuntare dal terreno altre foglie e finalmente anche i fiori. La Pastinaca sativa L. produce fiori a ombrello, di colore giallo. Quando inizia la produzione dei fiori, la radice si è ormai consumata e la pianta devolve le sue energie alla produzione di semi per la prossima generazione.
Il sapore della radice cruda è molto, forte, fresco, leggermente amarognolo e diventa dolce con la cottura. Se ne possono fare purè, zuppe, vellutate e torte salate con le stesse ricette che utilizzereste per carote o patate. Se le raccogliete in un orto, usate solo la radice e maneggiate con attenzione le foglie. Le parti verdi contengono sostanze irritanti, che renderanno fotosensibile la vostra pelle e ve la copriranno di vesciche. L pianta usa queste sostanze per difendersi da chi, come voi, la vorrebbe mangiare!
Si dice che sia stato l’imperatore Tiberio a importare la pastinaca dal territorio dei Germani. Gli antichi romani ne facevano uno sciroppo usato nei dolci, oltre che usarla come contorno, come purea. Col passare del tempo la fortuna delle pastinache è svanita. Sono arrivate le patate e le carote arancioni che ne hanno soppiantato l’uso.
Per gli gnomi di caverna le pastinache hanno anche una funzione importantissima, riducono la produzione di gas intestinali e quindi vengono cucinate quando sarebbe difficile areare i locali dopo cena!
Con l’arrivo della primavera finisce la stagione delle pastinache, per cui cercatele subito e provatele grattugiate in insalata con olio, sale, pepe, limone, uvette, pistacchi e pezzettini di mela.
Foto | Zyance