Teroldego: il vino al sangue di drago

Il Teroldego non è un vino rosso come gli altri, ha una sua particolarissima storia.

Il drago di cui vi racconto oggi viveva nelle grotte dell’eremo di Castel San Gottardo che sovrastava l’abitato di Mezzocorona, in Trentino. L’appetito del bestione era notevole e la gente dei paesi tutt’attorno ne era terrorizzata.

Fu il conte Firmian a metter fine alla vita del drago con l’astuzia. Immaginò di trovarsi davanti a una enorme biscia lattona, invece che a un pericoloso sputafuoco. Si recò all’imboccatura della grotta armato di tutto punto con una ciotola di latte e un grande specchio. Depose la ciotola per terra e vi mise di fianco lo specchio. Attese quindi con le armi in pugno che il rettile uscisse per bersela.

Il drago, uscendo alla luce del sole con la testa bassa per bere, si vide riflesso nello specchio e si distrasse per un attimo, dando al cavaliere l’occasione per colpirlo a morte.

Firmian riuscì a tagliargli la testa e decise di trasportarla a valle per provare a tutti la buona riuscita dell’impresa. Le gocce di sangue di drago che caddero al suolo lungo il percorso fertilizzarono i vigneti. Diedero forza, profumo e colore al vino che vi si produceva, il Teroldego, e che ancora porta il nome di “Sangue di drago”.

Foto | Rubber Slippers In Italy

Un commento:

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