Regalare vestiti a un folletto o a un altro qualsiasi membro del Piccolo Popolo è un modo sicuro per perderne l’aiuto domestico. La creatura che fino alla notte prima aveva rassettato la cucina, rigovernato le bestie nella stalla, sarchiato l’orto o spazzato il cortile sparirà senza fare ritorno non appena ricevuti degli abiti nuovi, offeso e stizzito.
Molti uomini sono rimasti perplessi di fronte a questo comportamento e ne hanno attribuito la ragione alle stranezze del galateo del Piccolo Popolo. È facile dar la colpa agli altri, specie se sono “diversi”. Più difficile è ricordarsi che il torto e la ragione non stanno tutti da una parte.
Ora ragioniamo insieme valutando quello che sappiamo:
1) Un elfo capace di fare tutti i lavori domestici difficilmente mancherà proprio delle abilità che servono a cucire.
2) Non si è mai sentito di una maledizione che impedisca al Piccolo Popolo di confezionarsi abiti da soli.
3) Come mai un elfo domestico, che apprezza la ciotola di panna lasciata per lui accanto al focolare, reagisce in tal modo di fronte al dono dei vestiti nuovi?
4) Gli elfi domestici vengono visti molto spesso mentre lavorano, raramente quando si mettono in ghingheri per una festa tra amici.
Ora vi dovrebbe essere evidente che l’abbigliamento con cui li si vede in cascina è una scelta dettata dalle caratteristiche dei lavori da svolgere: chi si veste in modo elegante per pulire una stalla?
Quello che manda in bestia un elfo domestico è il sottinteso del dono: i tuoi vestiti sono stracci di cui vergognarsi. Dietro alla ciotola di panna un elfo legge il riconoscimento delle energie spese per mandare avanti la fattoria e una giusta ripartizione dei frutti del lavoro collettivo, mentre nel dono dei vestiti trova un giudizio sulla sua decenza.
Un dono, per essere gradito, deve essere desiderato da chi lo riceve, non imposto da chi lo offre. Regalare vestiti a un folletto viene letto come gesto di disprezzo, provocando una reazione di allontanamento. Il dono è una richiesta di adeguarsi agli standard umani, gli si dice che così com’è non ci piace, ci fa pena. Scoprire di essere bersaglio della pietà altrui, quando fino a un momento prima ci si riteneva la parte attiva nell’aiutare, è destabilizzante. Piuttosto che arrabbiarsi, il folletto abbandona la famiglia che lo disprezza e si trova una nuova casa.
P.S. Questo post partecipa al concorso “Racconta il tuo mistero”.
Complimenti è veramente istruttivo è bello .