Il drago nero che vedete è uno jizai okimono, una scultura snodabile di metallo.
Gli okimono, in generale, sono oggetti decorativi fatti per essere esposti nel posto d’onore di una stanza giapponese. Questo spazio, il tokonoma, viene allestito con particolare cura per la cerimonia del tè. Il padrone di casa, per dare segno di umiltà, non si vanterà di quanto possiede o della sua abilità o sensibilità poetica. Farà pertanto accomodare l’ospite più importante in modo che dia le spalle alla composizione di fiori, alla stampa o all’oggetto contenuto nel tokonoma.
In particolare, i jizai okimono sono fatti in vari metalli e la maestria richiesta deriva da quella accumulata nel costruire le armature dei samurai. Il più antico di cui si ha notizia è del 1713, si trova al museo nazionale di Tokyo e il suo artefice è Myochin Muneaki.
Gli armaioli dei samurai
I Myochin furono una famiglia di armaioli specializzati che si dovettero adeguare al cambiamento dei loro clienti. Nel 1600, all’inizio del periodo Edo, le lotte interne al Giappone diminuirono molto e i samurai smisero di aver bisogno di nuove armature. Molti di loro divennero cortigiani, burocrati o amministratori con una vita sociale molto intensa. La trasformazione della clientela fu lo stimolo per la produzione di oggetti raffinati, ispirati alla natura.
Molti okimono raffigurano insetti, crostacei o animali che richiedono dettagli e articolazioni precise. Myochin Munenobu costruì e firmò un lung venduto all’asta da Christie’s a New York nel 2017 per 100mila dollari. Un drago marino realizzato con la stessa tecnica da un altro maestro della famiglia Myochin è stato venduto per 458,500 dollari nel 2012.
Giusto per darvi un’idea della cura al dettaglio e del valore degli jizai okimono, sappiate che gli occhi di questo lung sono di una lega di rame e oro, che contrasta molto bene con il ferro brunito del corpo. Gli arti sono snodabili e il drago può assumere quindi diverse posizioni. La tecnica usata per queste opere d’arte è la stessa utilizzata per le action figures di plastica che ancora oggi teniamo in bella mostra sulle nostre mensole.