Alcuni degli insetti che vivono sui cadaveri sono finiti nei Penny steampunk, l’antologia di racconti horror e vaporosi a cura di Roberto Cera.
La protagonista stordita del racconto “ultimo trip” chiama questi insetti “coccinelloni allungati, tutti neri con le antenne a clava e le macchie arancioni disegnate male”. Si tratta di coleotteri necrofagi, Nicrophorus vespillioides, che usano le antenne per individuare un cadavere in ambienti forestali. In questo caso, trovano lei. Arrivano subito e si danno un gran daffare per escludere la competizione di altri insetti e delle mosche, interrando il loro bottino. Per prima cosa depilano la carcassa e usano peli e piume per imbozzolare e proteggere la carne. Una intensa notte di lavoro è sufficiente a sotterrare il cadavere di un uccellino o di un topo.
I necrofagi coprono quindi la carcassa di saliva e secrezione anale; queste sostanze hanno funzioni antibatteriche e antifungigne. Una volta messa in sicurezza la scorta di cibo per la generazione seguente, depongono più uova di quante la carcassa possa nutrirne. Il loro non è un errore di calcolo, ma un modo per sfruttare al meglio l’occasione fuggevole che hanno avuto a disposizione. Gli adulti usano il tempo prima della schiusa per stimare con più precisione le risorse disponibili. A questo punto, con calma, uccidono larve in eccesso per garantire le migliori condizioni di sviluppo alle altre.
Se la carcassa è piccola, le coppie se la contendono in via esclusiva e cacciano la concorrenza. Se la carcassa è grande, i maschi si eccitano, emettono ferormoni e richiamano più di una femmina. Cessa la lotta, emergono comportamenti cooperativi e i piccoli vengono accuditi da tutti i presenti. Le cure consistono nel rigurgito di larve di mosca parzialmente digerite. Questo riduce ulteriormente la competizione e fornisce nutrimento facilmente assimilabile.
Se vi piace il genere, divertitevi a curiosare tra le altre specie di Nicrophorus.