Oggi parliamo di incendi boschivi e di come si possa usare il fuoco per domarli. Le “uova” usate in questo caso sono sfere piene di reagenti in grado di incendiare la vegetazione. A portarle a destinazione sono dei “draghi” volanti telecomandati, ovvero dei droni.
Si ricorre a queste uova di drago quando l’incendio boschivo non si può spegnere direttamente (perché è troppo grande o troppo veloce o in località non raggiungibili). In questi casi si preferisce contrastarlo combattendo il fuoco con il fuoco, ovvero facendogli attorno “terra bruciata”.
Un incendio per muoversi ha bisogno di trovare materiali combustibili secchi in successione continua. Le strisce tagliafuoco, mantenute apposta sgombre da erba e legna secche, servono proprio a impedire alle fiamme di appiccare il fuoco ad altre zone. Se la via tagliafuoco non c’è già, bisogna farne velocemente una.
I droni che volano anche in mezzo al fumo e possono scaricare uova incendiarie servono proprio a questo: bruciare in modo controllato una zona. Il fuoco controllato ha una temperatura più bassa e fiamme più contenute del vero incendio boschivo, ed è quindi più facile da spegnere. Il fuoco controllato sottrae combustibile all’incendio che arriverà poi. Così facendo, si limitano i danni alle erbe secche, proteggendo le radici profonde e i rami alti degli alberi.
L’uovo di drago è pieno di permanganato di potassio (KMnO4) in polvere. Le sferette, grandi come palline da ping-pong, stanno in un dispenser agganciato al drone. L’evento che scatena la reazione esotermica è una iniezione di glicole etilenico (1,2-etandiolo).
I droni possono rilasciare le uova di drago lungo percorsi prestabiliti, distanziandole in modo da modulare l’effetto desiderato. Hanno anche un meccanismo di blocco che impedisce di sganciare le uova fuori dall’area bersaglio e se per qualsiasi motivo i droni dovessero perdere il segnale del telecomando, hanno in memoria un punto GPS a cui tornare autonomamente.
I droni possono portare un termoscanner, utile per rilevare la posizione di eventuali focolai in cova sotto la cenere.
Sì, sì, so che ve lo state chiedendo da un po’. Esistono anche i droni armati di lanciafiamme.