Bixi: il drago cinese portafortuna

Il drago-tartaruga Bixi, usato nel Feng Shui. Foto The SpruceBixi è un drago cinese con il guscio di tartaruga ed è un simbolo di buona fortuna. Si possono trovare molte versioni di questo drago: talvolta ha piccole tartarughe sul dorso, altre volte poggia le zampe su un mucchio di monete d’oro e lingotti a forma di barchetta (sycee). Bixi è uno dei nove figli del grande drago celeste.

Per assorbire la buona fortuna di Bixi occorre sfregare con forza la sua statua. Trovarne una in giro è abbastanza frequente perché molti piedistalli hanno le fattezze di questo animale mitologico. I più antichi vengono dalla dinastia Han, ovvero dal 200 d.C. L’abitudine di strusciarsi, ripetuta per secoli, ha consumato le statue più antiche al punto che oggi, per poterle conservare, in alcuni posti è vietato toccarle.

Qualche studioso ha ipotizzato che la vista di tartarughe cinesi usate come piedistallo abbia ispirato la visione indiana del mondo, appoggiato sul guscio di una enorme, vecchissima, tartaruga. Questa è una teoria un filo azzardata e non suffragata da prove.

Nelle versioni più antiche la tartaruga non è ibrida, è proprio un chelone ben riconoscibile. Con il passare dei secoli le spuntarono i denti, dai lati della testa emersero delle orecchie e la testa assunse sempre più le fattezze di un drago. I draghi-tartaruga allargarono il loro territorio verso ovest, acquistando il favore dei Mongoli, e verso est, arrivando fino in Giappone. La diffusione di Bixi nel Paese del Sol levante partì dalla città di Kamakura, al tempo dei samurai.

La tartaruga in oriente è un simbolo di longevità e lo si trova associato alle steli funerarie. Era un’immagine potente ed evocativa, tanto che i nobili si impadronirono di questo simbolo, impedendo alla gente comune di usarlo. Dalla fine del 1300 solo i defunti di altissimo rango potevano fregiare le loro tombe di una stele sorretta dal drago-tartaruga. Occasionalmente, anche i sovrani stranieri morti in Cina ricevettero l’omaggio di una stele con Bixi. Capitò così al sultano del Brunei, deceduto in Cina nel 1408 durante una visita ufficiale.

drago che legge un libroNel periodo Ming si diffusero degli scritti in cui si decantava la passione per la letteratura di questa specie di draghi. Anche questi racconti travalicarono i confini della Cina. Ci sono 82 statue di Bixi nei cortili del tempio della letteratura di Hanoi, in Vietnam e i visitatori cercano ancora oggi di toccare il loro naso. Il tempio sorge sui resti della più antica università del Vietnam, fondata nel 1076, e da tempi immemorabili gli studenti cercano di ottenere voti migliori negli esami assorbendo fortuna dalle statue.

Oggi potete trovare facilmente statuine del drago-tartaruga nei negozi di Feng Shui. Questo ibrido combina le virtù di due diversi animali celesti, il drago azzurro e la tartaruga nera. Entrambi, secondo la tradizione orientale, collaborano nel portare benessere nelle case. Secondo il Feng Shui, la tartaruga protegge il lato nord di una abitazione, difendendola dai pericoli con il suo carapace. Il drago, invece, veglia sul lato est con la sua saggezza.

La tarasca è la versione europea dello stesso drago. Vive nel sud della Francia, nell’ultimo tratto dei fiumi dove le acque dolci si mischiano a quelle marine più salate. Ha sei zampe, una fluente criniera sulla testa e dal 1700 in avanti viene rappresentata come un drago-tartaruga con il guscio irto di spine invece che come un grosso mammifero marino come nei secoli precedenti. La tarasca non custodisce tesori e la grossa differenza rispetto a Bixi è soprattutto caratteriale. La tarasca è ostile alle popolazioni locali e generalmente solo una fanciulla guidata dal cielo riesce a sottometterla. Di lei parleremo più approfonditamente un’altra volta.

 

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