Il drago del Lago di Levico

Leggenda di Levico Terme

Narra la leggenda che nel lago di Levico Terme, una tranquilla e magica cittadina, abbia la propria dimora un drago. Si racconta che sia figlio del drago Livio e per questo i suoi “fan” lo chiamano Livio Junior.
Esso è stato avvistato molte volte, anche di recente.

Molti anni fa (nel 1500 circa) la popolazione di Levico Terme, un paesino del Trentino, era terrorizzata da un drago che aveva la sua tana nel fondo del lago. Questi pretendeva un sacrificio settimanale di un animale, ma ben presto gli animali scarseggiarono, allora si pensò che quando le bestie sarebbero finite si sarebbe dovuto sacrificare esseri umani, ma per fortuna arrivò da lontano un eroe.

Il cavaliere Jaques de Laselva

Un cavaliere di nome Jaques de Laselva arrivò nella cittadina valsuganotta. Era molto coraggioso, aveva degli occhi azzurro intenso che ispiravano bontà, un armatura lucente argentata e robusta e una lancia lunga e affilata con una bandiera raffigurante una croce rossa in campo bianco. Egli cavalcava un bianco destriero possente e maestoso, il cavaliere avanzava piano piano a cavallo e attorno a lui c’era un aura di maestosità che era quasi percepibile agli occhi dei contadini che lo vedevano passare.

Venne notato da un proprietario terriero che gli chiese “Buonuomo! Fermatevi! Abbiamo bisogno di voi! Nel lago dimora un mostro che terrorizza noi e la buona gente che vive qui! Vi prego accettate la nostra richiesta, voi avete un lancia e potete sconfiggerlo!”. Jaques de Laselva rispose che avrebbe accettato, alla sola condizione che lo avrebbero ricordato distribuendo cibo e tuniche nuove a tutti i poveri del luogo. Poi Jaques entro sarò in città dove venne accolto con tutti gli onori e ricevette la benedizione del decano.

Alcuni cittadini lo accompagnarono sulla riva; il lago apparve come una piccola oasi, un rifugio cristallino di qualche bella fata, agli occhi di Jaques. Così, su consiglio dei contadini, proseguì fino alla spiaggetta delle vergini dove incontrò un drago simile a un tritone che stava emergendo dalle acque del lago. Quell’essere si stava avvicinando al cavaliere sempre di più. Allora Jaques brandì in alto la lancia sopra al drago e pronunciò queste parole: “Io, Jacques de Laselva, cavaliere per volontà della Chiesa, ti impongo di diventare mansueto. Mai il corpo tuo e i discendenti tuoi saranno causa di terrore e di scandalo! Mai tu ti ciberai di carne umana né i tuoi figli né i loro discendenti fino alla fine dei secoli, loro stessi ubbidiranno a queste parole in eterno.”

Un nuovo ruscello

Detto questo il cavaliere posò la lancia e urlò al drago: “Adesso ritirati in queste acque cristalline e ubbidisci!”. Pronunciate queste parole, Jacques volle lasciare un segno della sua opera, così salì a monte e con la lancia aprì un varco a colpi di lancia e ne fuoriuscì un ruscelletto da cui ancora oggi è possibile bere e che rese fertile la zona del Lago di Levico.

Poi il cavaliere salì a cavallo e si avviò verso la piazza principale del paesino dove fu accolto con tutti gli onori, ma lui rifiutò tutto quanto e disse di darlo ai poveri. Poi sparì oltre la nebbia cavalcando il suo destriero.

La nostra storia è ormai finita e noi vi salutiamo scrivendo Fine con la matita.

[Racconto scritto dal Circolo dei Cantastorie]

Per ulteriori contatti “circolodeicontastorie@gmail.com

Dimmi che ne pensi. :)

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.