Olivander aveva un allevamento segreto di salamandre scabre e le usava per migliorare le sue bacchette magiche.
Dopo lunga ricerca ho finalmente scoperto che la pelle di salamandra scabra è indispensabile per dare il tocco finale alle bacchette magiche. La punta, in particolare, se non è ben arrotondata, non riesce a convogliare adeguatamente il fascio magico in uscita dalla bacchetta.
Un errore in questa fase del lancio di incantesimi porta a conseguenze fatali. La magia può dirigersi verso un bersaglio diverso da quello desiderato, facendo vittime collaterali innocenti. L’incantesimo potrebbe anche ripiegarsi su se stesso, mescolando le sillabe della parola magica pronunciata dal mago e dare un effetto molto diverso da quello desiderato. Infine, nei casi più gravi, la bacchetta potrebbe esplodere. Tutto ciò può essere evitato usando le dovute accortezze nel costruire la bacchetta magica. Si rimedia a questo problema sfregandola regolarmente sui microcristalli della pelle di salamandra.
Le salamandre scabre hanno una pelle dura ed estremamente resistente al fuoco.Tutti gli alchimisti, anche i principianti, sanno che questa specie si trova a suo agio tra le fiamme. I microcristalli caratteristici della pelle delle salamandre scabre si formano sotto le fiammate, quando parte dei sali minerali della pelle cristallizzano istantaneamente. Da lontano è facilissimo distinguere una salamandra normale da una scabra: le scabre sono di color rosso mattone e brillano leggermente se esposte alla luce. Al tatto la pelle della salamandra normale è morbida e umida, mentre l’altra è dura e secca. Insomma, non potete proprio sbagliare!
Vi ricordo, infine, che non serve uccidere la salamandra scabra per usare la sua pelle: basta aspettare che cambi pelle! Questa specie, vista la durezza della pelle, è costretta a mutarla come i rettili mentre le normali salamandre possono crescere dentro la loro pelle, che si allarga come la nostra al variare del loro volume. Vi basterà cercare tra la cenere del caminetto o meglio ancora andare a frugare tra i resti dei grandi fuochi accesi durante le feste celtiche per trovarne una.