Attilio Regolo era il console che guidò i romani durante la prima guerra punica. Le sue truppe erano accampate in Tunisia presso il fiume Mejerdah (che al tempo si chiamava Bagrada) quando furono attaccate da un drago di 120 piedi (36 metri). Il drago si mangiò alcuni legionari e ne uccise altri colpendoli con la coda.
I soldati di Attilio Regolo lo attaccarono con i loro giavellotti ma la pelle del drago era troppo dura per subire danni. Dovettero ricorrere alle catapulte per abbatterlo. Alla fine riuscirono a ucciderlo ma non a liberarsi di lui.
Il corpo del drago, schiacciato sotto i massi, iniziò a decomporsi e i legionari non riuscirono a farlo a pezzi. Calcolarono che per seppellirlo del tutto sarebbe stato necessario troppo lavoro. La puzza era talmente forte che i romani furono costretti a spostare l’accampamento.
Alla fine della guerra, prima di imbarcarsi per tornare a casa, ripassarono dal vecchio accampamento. Trovarono le ossa del drago ben spolpate e riuscirono a caricarsele con il resto del bottino di guerra per portarle a Roma.
Le ossa del drago rimasero a Roma per qualche secolo, insieme ai cimeli portati in trionfo dai generali di ritorno dalle guerre. Poi andarono perdute e nessuno sa ora che fine abbiano fatto.